TRANSLATOR

CERCA NEL SITO

lunedì 9 maggio 2011

Il preparatore nel settore giovanile (parte 2)

Andiamo a completare l'articolo di qualche giorno fà con la seconda ed ultima parte.
Riprendiamo quindi "Il preparatore nel settore giovanile"

3) Migliorare le capacità condizionali dei giovani calciatori

L’allenamento condizionale dei giovani è un argomento estremamente delicato in quanto, al contrario di quello tecnico-coordinativo, non riguarda le capacità di controllo e regolazione del movimento, ma coinvolge aspetti energetici e funzionali. 
Spesso i giovani calciatori sono seguiti, nel loro sviluppo, da allenatori con scarsa esperienza e privi delle necessarie competenze e nozioni in materia di fisiologia dello sviluppo. In realtà, l’allenamento giovanile richiede una attenzione ancora più grande di quella necessaria per allenare atleti evoluti, in quanto si ha a che fare con soggetti in fase di accrescimento e quindi particolarmente vulnerabili. 
Un corretto allenamento condizionale pone le basi per un successivo sviluppo ottimale delle capacità atletiche, oggi indispensabili per competere ad alto livello. Al contrario, se non si tiene conto delle caratteristiche particolari di ogni ragazzo e si propongono sollecitazioni non fisiologiche per l’età e il grado di sviluppo, si rischia di arrecare seri danni o, nella migliore delle ipotesi, di perdere tempo prezioso in infortuni e problemi fisici, magari nell’assurdo tentativo di sviluppare una capacità che si sarebbe potuta allenare con maggiore efficacia due anni dopo!


In particolare, si propone di procedere come segue:


3a) Analizzare lo stato di sviluppo individuale di ogni singolo giocatore per rendere possibile un’azione positiva sull’organismo e per evitare sollecitazioni e carichi sbagliati

.
Come:
 - sottoporre, quando è disponibile un medico societario, i giovani calciatori a visita auxologica almeno una volta l’anno (ad inizio stagione) per verificarne lo stato di sviluppo e accrescimento;


- rilevare i principali parametri antropometrici (peso e altezza) almeno tre volte nel corso della stagione;


- sensibilizzare le famiglie affinchè il giovane calciatore sia sottoposto a visita endocrinologica qual’ora si riscontrassero significative anomalie nello sviluppo del ragazzo.


- Ancora una volta, avere pazienza!!! Il processo di maturazione fisica e di acquisizione delle capacità atletiche è un processo che dura molti anni e che è in funzione anche del talento del giovane calciatore (componente genetica della capacità di carico). Un buon allenatore deve saper attendere l’età ed il grado di sviluppo più adatti per l’allenamento delle varie capacità.

4)"Contribuire a educare il ragazzo ad abitudini e comportamenti sani e compatibili con la pratica sportiva agonistica, nonchè al lavoro quotidiano anche fuori del campo"

Allenatore e preparatore sono figure generalmente molto considerate e ascoltate dai ragazzi anche in fase adolescenziale: devono perciò far comprendere al ragazzo che per ottenere risultati nello sport è indispensabile “fare vita da atleta”.

Pochi allenatori, purtroppo, insegnano i comportamenti corretti da tenersi durante l’allenamento, come riscaldarsi bene prima di effettuare gesti con la palla, utilizzare le attrezzature da campo e quelle personali in modo appropriato, idratarsi ecc. ecc.
In particolare occorre:


4a) Sensibilizzare il giovane calciatore sull’importanza di allenarsi quotidianamente anche fuori del campo


Come:
 - fornire al giovane calciatore una scheda di lavoro da eseguire a casa. Tale scheda deve essere individualizzata sulla base delle caratteristiche e delle carenze del soggetto e comprendere soprattutto esercizi di posture, stretching e tonificazione che, per ragioni di tempo o logistiche, è difficile eseguire con regolarità al campo. 

Le esercitazioni di forza riguardano esclusivamente esercizi compensativi per i muscoli che nel calciatore tendono a indebolirsi, quali ad esempio gli addominali e gli adduttori: si tratta, dunque, di un lavoro preventivo. 
Gli esercizi devono essere conosciuti e sufficientemente padroneggiati, per cui vanno mostrati e provati diverse volte prima di chiedere ai ragazzi di svolgerli autonomamente a casa. 

Per mostrare gli esercizi, pochi, semplici ed efficaci, si sfrutta il periodo di inizio stagione, quando i ragazzi sono liberi da impegni scolastici e ci si può allenare anche due volte al giorno: in questo modo, si riesce a fare tutto senza sacrificare il lavoro tecnico e limitare l’utilizzo della palla. Successivamente, durante la stagione, con il diminuire delle sedute di allenamento, ogni 15 giorni circa verifico la correttezza esecutiva degli esercizi in allenamento. Si propone questo tipo di lavoro anche ad atleti molto giovani (purchè il tipo di esercitazioni sia idoneo per il grado di sviluppo stesso).


- Educare allo spirito di sacrificio, facendo comprendere ai giovani calciatori che per raggiungere risultati importanti nello sport occorrono, oltre a capacità e talento, allenamento e rinunce. L’allenatore potrà raccontare le proprie esperienze personali, utilizzare filmati di allenamenti di atleti di elevato livello etc.


- Sottoporre i giovani calciatori a test atletici almeno due volte l’anno (inizio e fine stagione) per mostrare loro i progressi conseguenti al lavoro proposto.


4b) Educare il giovane calciatore a comportamenti corretti e funzionali alla vita da atleta


Come:
 - dialogare con i ragazzi sull’importanza di una corretta alimentazione e idratazione prima, dopo e durante gli allenamenti;


- coinvolgere la famiglia, chiedendo ai genitori di essere coerenti di fronte alla richiesta della società di rispettare le regole;


- spiegare che occorre riscaldarsi in modo adeguato prima di cominciare l’attività: in particolare, evitare di effettuare tiri in porta o esercizi simili appena arrivati al campo;


-far comprendere l’importanza di un adeguato riposo per riuscire a rendere al meglio in allenamento ed in partita;


- concordare insieme ai ragazzi le regole di comportamento da tenere durante le attività della società e i relativi provvedimenti in caso di mancato rispetto delle regole stesse (ordine nello spogliatoio, cura del corredo e delle attrezzature, avviso in caso di assenza dagli allenamenti, rendimento scolastico etc.)



4c) Informare e educare i giovani calciatori sulle conseguenze dell’utilizzo di alcol, fumo e droghe


Come: 
- confrontarsi con i ragazzi cercando di capire quali sono le loro conoscenze e convinzioni in materia di utilizzo di alcol e droghe;


- organizzare momenti d’incontro con esperti sull’argomento, coinvolgendo anche i genitori.
- Avere i contatti dei genitori ed informarli in caso di presa in visione di atteggiamenti sbagliati (fumo,uso di alcol o droghe)

Considerazioni finali:
Questo articolo pubblicato in due parti è puramente a scopo informativo e fornisce una validissima base sulla quale fondare l'insegnamento sportivo a giovani atleti ancora in fase di sviluppo. Come già detto più volte, avere a che fare con giovani atleti è molto più difficile e complesso di avere a che fare con persone adulte già formate a livello fisico.
Lavorare male con un giovane può compromettere il suo sviluppo fisico e mentale.
Quindi ogni società dovrebbe avvalersi di istruttori qualificati per il settore giovanile e mettere a loro disposizione, risorse e mezzi per una buona crescita dei ragazzi.

Nessun commento:

Posta un commento