TRANSLATOR

CERCA NEL SITO

Visualizzazione post con etichetta Alimentazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Alimentazione. Mostra tutti i post

sabato 10 agosto 2013

Alimentazione: Alcuni consigli dagli esperti

Visto il periodo estivo continuano i nostri aggiornamenti sulla fase di preparazione al campionato.
Oggi proponiamo alcuni consigli dati da due esperte in materia sul cibo e le bevande 
da consumare prima,dopo e durante un allenamento in un periodo estivo 
(utile per la fase di preparazione al campionato).

Ecco quindi alcuni consigli per un’alimentazione equilibrata nelle giornate in cui viene praticato lo sport a cura della dottoressa Erica Cassani e della dottoressa Michela Barichella:


- Non è necessario aumentare di molto l’intake calorico. Se si è svolta un’attività aerobica di intensità lieve-media, della durata di 30-60’, è sufficiente introdurre uno spuntino di 200-300 kcal per integrare le calorie consumate facendo sport.

- Lo spuntino dovrebbe prevedere sia una fonte di glucosio, che viene utilizzato dai muscoli per produrre energia, sia una fonte di proteine, che servono a preservare la massa magra ed irrobustire la massa muscolare.

- Bisognerebbe evitare di fare sport dopo aver consumato un pasto abbondante. Infatti, se l’organismo è molto impegnato nella digestione, risulta essere meno efficiente nella performance motoria.

- Bisognerebbe anche, però, evitare di svolgere attività fisica a digiuno. Infatti, i muscoli hanno bisogno di energia per funzionare correttamente.

- È importante idratarsi correttamente, per reintegrare sia i liquidi sia i sali minerali che vengono persi con la sudorazione. In particolare, questo consiglio è utile per coloro che svolgono attività all’aria aperta, esposti al sole.

Alla luce di queste premesse, ecco alcuni consigli nutrizionali “pratici”:

- È opportuno consumare uno spuntino leggero prima di praticare attività fisica. Questo consiglio è utile soprattutto per chi si reca a fare sport al termine della giornata lavorativa (o scolastica nel caso dei ragazzi) ed è quindi a digiuno dall’ora di pranzo. Ecco alcuni suggerimenti per uno spuntino leggero: un pacchetto di crackers e un formaggino; un vasetto di yogurt (preferibilmente magro) arricchito con 20-30 g di cereali; un piccolo panino (circa 30 g) farcito con 30 g di bresaola o prosciutto. Chi ha la possibilità di svolgere sport e attività fisica al mattino, può consumare una colazione a base di latte o yogurt accompagnato da cereali da colazione o fette biscottate o biscotti o pane con marmellata, più un frutto o una spremuta.

- Durante l’attività fisica, bisogna prevenire la disidratazione, bevendo acqua oligominerale (circa due-tre bicchieri).
- Dopo l’attività, se si prevede che possa passare molto tempo prima del pasto successivo (pranzo o cena) è bene consumare un altro spuntino leggero, come una barretta ai cereali o un frutto.
In generale, chi pratica sport dovrebbe seguire una dieta di tipo mediterraneo, consumando ogni giorno frutta e verdura fresche, cereali e olio d’oliva. Inoltre, il pesce andrebbe consumato almeno due volte alla settimana e la carne non più di cinque volte alla settimana. Ogni giorno andrebbe consumata una porzione di latte o yogurt e almeno due volte alla settimana il secondo piatto dovrebbe essere a base di legumi. Questo tipo di alimentazione, associata ad un’attività fisica aerobica moderata e costante, aiuta a preservare un buono stato di salute.

Fonte della notizia:
http://www.buonalavita.it/nestle/main/nutrizione_benessere/news_cucina/alimentazione_e_sport_all_aperto.aspx

martedì 1 gennaio 2013

Perdiamo peso!


Dopo un periodo così ricco di pranzi e cene pantagruelici, la cosa migliore da fare per il nostro stato di salute generale, è cercare di perdere un paio di chili o più. Essere in sovrappeso aumenta sigificativamente il rischio di malattie dell'apparato cardiovascolare, diabete, ipertensione, etc... la lista sembra essere davvero lunga.
Tutti conosciamo le difficoltà che si incontrano quando si tratta di perdere peso:
Assumere meno calorie - bruciare più calorie.
Ma sappiamo anche che, spesso, le diete fai da te "perdi 3 kg in una settimana" o cose simili, lasciano il tempo che trovano. Il risultato è spesso quello di perdere liquidi, non grassi, e ridurci alla fame dopo alcuni giorni, facendo sì che diventi difficile, se non impossibile, proseguire ed in men che non si dica ci si ritrova al punto di partenza. Se non peggio.
La cosa migliore da fare è quella di imporsi alcune semplici regole da seguire su base giornaliera, facendo leva su precisi punti cardine, quali ad esempio: mangiare più verdure, ingerire meno grassi e fare più attività fisica. Questa sinergia di piccole attenzioni, farà scendere l'ago della bilancia, costantemente ed in maniera sostenibile per il nostro fisico.

1. Una volta alla settimana concedersi un piatto ricco nel sapore ma povero in calorie. Questo aiuta a dimenticare le pietanze ipercaloriche e a farne a meno. Alcuni esempi di cibi gustosi ma ipocalorici:
  
* Astice: 100 grammi - 90 Kcal
  
* Gamberi: 12 di medie dimensioni - 60 Kcal
  
* Salmone Affumicato: 50 grammi - 60 Kcal



2. Prendere l'abitudine di considerare molto preziosi gli alimenti ipercalorici. Cercate di considerare un cucchiaio di cremoso gelato come un gioiello che apporrete su una tazza di frutta fresca, che ne sarà la Corona.
Donate all'insalata un sapore migliore con poche scaglie di Formaggio stagionato. Non il contrario! Evitate di accompagnare le verdure con Grissini o simili, possono sembrare poveri nell'aspetto ma sono ricchissimi di grassi. Meglio una fetta di pane tostato, se proprio non potete farne a meno.



3. Fate una buona prima colazione, accompagnata da succo di arancia o pompelmo, ma dopo questa fate dell'acqua la vostra unica bevanda per tutto l'arco della giornata. Si dovrebbe evitare qualsiasi tipo di bevanda gassata o succhi confezionati, arricchiti con aromi, zuccheri e spesso conservanti. Anche un consumo moderato di queste bibite, può apportare fino a 250 calorie extra al giorno, senza per questo portare alcun senso di sazietà.



4. Portare con se per la prima settimana di dieta un piccolo diario in cui annotare ogni singola cosa che ingeriamo. Può sembrare stupido, ma studi specifici dimostrano che chi segue il metodo del "diario della dieta" riesce a mangiare fino al 15% in meno di cibo superfluo, rispetto a chi procede "ad occhio". 



5. Spendendo pochissimi soldi è possibile acquistare un contapassi da mettere alla cintura. In media una persona sedentaria fà circa 2.000 passi al giorno. Con l'aiuto di un contapassi si potrà cercare di aumentarli (e camminare costa veramente poca fatica!), magari ponendosi come obiettivo 4.000 passi; questo aiuterà a non fare aumentare il peso corporeo.




6. Aggiungete il 10% di calorie in più al giorno, a quelle che credete di assumere realmente. Ad esempio se vi siete prefissi di ingerire cibo per 1.700 Kcal ma non state perdendo peso, è probabile che stiate oltrepassando l'obiettivo. Aggiungete quindi 170 kcal e regolate di conseguenza il regime alimentare, così facendo sarete molto più vicini al numero reale di calorie ingerite.



7. Prendete l'abitudine di fare 5/6 piccoli spuntini durante l'arco del giorno, invece di soli tre pasti molto abbondanti. Uno studio condotto in Sud Africa, ha dimostrato che le persone che consumavano metà colazione appena alzati, e l'altra metà durante la mattinata, a pranzo assumevano senza problemi il 30% di calorie in meno. Altri studi dimostrano che, suddividendo i pasti in questa maniera, il corpo rilascia meno insulina , che mantiene costante il livello di zuccheri nel sangue, aiutando a tenere sotto controllo la fame.



8. Camminare per 45 minuti al giorno. In genere si consiglia la classica passeggiata di 30 minuti, ma uno studio della Duke University ha dimostrato che mentre con mezz'ora di camminata al giorno si previene l'aumento di peso nelle persone sedentarie, con 45 minuti di camminata a passo abbastanza sostenuto si possono perdere fino a 12 kg di massa grassa in un anno, anche senza cambiare di molto le normali abitudini alimentari.



9. Trovare un "compagno di dieta". La University of Vermont ha condotto una ricerca in tale senso, dimostrando che è più facile perdere peso quando si è in due o più a seguire un tenore di dieta ipocalorica. Convivere con qualcuno, ad esempio, che vuole perdere qualche chilo ci permette sia di acquistare cibi adatti ad entrambi, che di sostenerci psicologicamente. Le diete hanno infatti moltissimi risvolti negativi a livello psicologico e tendono ad indurre un senso di isolamento e quindi di sconforto.



10. Portate il colore Blu nella vostra vita! C'è una regione ben precisa per cui non troverete facilmente ristoranti o fast-food decorati in blu: che ci crediate o no, il blu ha la capacità di ridurre l'appetito. Servite la vostra cena su piatti blu, vestitevi di blu quando mangiate e coprite la vostra tavola con una tovaglia blu. All'opposto evitate colori caldi e vivaci come il rosso, l'arancio o il giallo nella zona in cui consumate i pasti. Sembra proprio che incoraggino l'assunzione di cibo. Forse questo ultimo punta suona un po' troppo "esotico"? Probabilmente si, ma se non altro abbiamo una scusa in più per ingurgitare un boccone in meno :)



Molto importante: i consigli in questo articolo non vogliono rappresentare uno stile di vita da seguire, ma semplici suggerimenti utili per seguire uno stile alimentare e comportamentale il più corretto possibile. Si sottintende che il corpo umano è una macchina molto complessa ed ogni singolo individuo è differente dagli altri. Per questo motivo non si deve mai giocare con il proprio corpo, sottoponendolo a diete o a regimi alimentari improvvisati. Alcune persone, non conscie dello stress a cui si sottopongono, intervengono con metodi "Fai  da Te", magari letti proprio su Internet, su Riviste o peggio ancora, suggeriti da un'amica alla fermata dell'autobus, estremamente scorretti. Il giusto approccio ad una dieta deve essere lo stesso che si ha quando si assumono farmaci: chiedere SEMPRE consiglio al proprio medico o meglio ancora ad un professionista specifico. In questa maniera si eviteranno brutte sorprese e sopratutto si riuscirà a perdere peso e a manetenere il risultato raggiunto, senza intaccare lo stato di salute generale. Lo ripetiamo: evitate di torturare il vostro fisico con cose tipo "Dieta della Cicoria", infatti i regimi di dieta sbagliati amplificano ogni piccolo problema del nostro corpo, trasformandolo in una potenziale patologia seria.

giovedì 12 luglio 2012

Allenarsi con il caldo e la corretta alimentazione


Durante questo periodo in cui il caldo imperversa è davvero difficile continuare ad allenarsi al meglio ed è per questo motivo che abbiamo pensato di darvi qualche piccolo ma fondamentale suggerimento che vi permetta, nonostante le temperature elevate, di continuare a svolgere i vostri esercizi.
Allenarsi durante il caldo estivo è sicuramente difficile ed anche molto impegnativo; eccovi quindi qualche regola base da non dimenticare:

• Cercate di allenarvi al coperto e non sotto il sole e, se proprio non volete rinunciare all’attività aerobica all’aperto, abbiate l’accortezza di praticarla nelle ore più fresche della giornata (ad esempio al mattino o nel tardo pomeriggio) e mai comunque, nelle ore immediatamente successive all’orario di pranzo, poiché il caldo - in quel momento della giornata - è veramente insopportabile e potrebbe portarvi, se siete disidratati, perfino al collasso.
• Per prevenire ed evitare ogni possibile rischio di disidratazione, ricordate di bere prima e dopo l’allenamento ed anche durante il vostro workout cercate di introdurre liquidi almeno ogni 15-20 minuti.
• Se durante l’allenamento avvertite il sopraggiungere dei seguenti sintomi, quali pelle fredda e appiccicosa, sudorazione eccessiva, battito cardiaco accelerato, crampi, cefalea e vomito, interrompete immediatamente l’esercizio e cercate un luogo fresco e riparato dal sole dove potervi sedere o sdraiare; se indossate abiti stretti allentateli e cercate di rinfrescarvi con quello che avete a portata di mano, ad esempio dell’acqua o un foglio da sventolare per farvi aria; sforzatevi di bere e, nel caso la situazione non dovesse migliorare, chiedete immediatamente aiuto. Meglio un falso allarme che correre il rischio di qualcosa di più serio.
• Se dopo lo sforzo la sudorazione fosse molto intensa, sarebbe opportuno reintegrare i sali minerali persi durante l’allenamento, aggiungendoli a dell’acqua.
• Durante il giorno sarebbe buona norma consumare molta frutta e molta verdura in quanto anch’esse sono utili per evitare la disidratazione.
• Evitate di arrivare alla sensazione di sete, poiché questa sensazione è un meccanismo di difesa che il nostro organismo attua per avvertirci che siamo già disidratati.
• Infine, cercate di diminuire l’intensità degli allenamenti durante i mesi estivi, concedendovi un po’ di riposo in più del solito.

Copyright © 2009 www.Bodytraining.it
Tutti i diritti sono riservati - All rights reserved



Alimentazione

Per sopportare meglio il caldo gli esperti di medicina naturale consigliano di:

Mangiare frutta e verdura ricca di magnesio e potassio, minerali che vengono persi con il sudore e sono molto importanti per il funzionamento dell’apparato muscolare e la cui carenza fa sentire subito stanchi e spossati. Via libera, quindi, a banane, pesche e albicocche e a leguminose e patate al posto di latte e pane.
Bocciato il sale che se si esagera, favorisce la ritenzione idrica.
Contro la stanchezza, si può ricorrere agli integratori. Il cloruro di magnesio combatte la pressione bassa ed è importante per produrre energia all’organismo.
Gli integratori dovrebbero essere assunti per un mese tra le 10.30 e le 11.00 del mattino per rispettare i ritmi dell’organismo.

Tenere sempre una bottiglia di acqua a portata di mano e cominciare a bere già dalle prime ore del mattino
Evitare le bibite gassate (anche quelle light) perché ricche di dolcificanti che anche se non sono calorici, attivano un meccanismo che stimola il desiderio di cibi ipercalorici che con il caldo sono difficili da digerire.
Si ad integratori salini se si fa sport che contengono potassio, sodio, cloro, magnesio nelle giusta percentuale studiata appositamente per far fronte alla riduzione dei Sali minerali persi con il sudore.


Copyright © 2011 Annabella D'argento http://www.deabyday.tv/
Tutti i diritti sono riservati - All rights reserved

mercoledì 22 febbraio 2012

Miglioriamo il recupero

Un atleta non dovrebbe essere valutato monodimensionalmente, in base alla sola prestazione. Questa visione è troppo statica e non consente di prevederne l'evoluzione. È abbastanza logico inserire in una visione multidimensionale parametri come:
1) il rapporto peso/altezza
2) l'allenamento svolto per arrivare alla prestazione considerata
3) la tenuta della "carrozzeria", cioè la presenza e/o la predisposizione di infortuni.
4) i dati clinici, in particolare quelli ematologici.

Molto gettonati, ma scientificamente di minore importanza:
5) l'età del soggetto
6) la sua storia atletica.

Sicuramente un parametro molto sottostimato è la capacità di recupero dell'atleta. È incredibile come si dia per scontato che le capacità di recupero del soggetto siano più o meno le stesse per tutti gli individui.

Che cos'è il recupero?
Il recupero può essere definito come il tempo necessario per riparare i danni causati dalla corsa; per i dettagli si rimanda all'articolo Il recupero.

1) Ogni atleta ha una massima capacità di recupero.
È un concetto banale, ma la capacità di recupero non può essere ampliata all'infinito.
2) La capacità di recupero deve essere allenata.
Un concetto che dovrebbe essere abbastanza chiaro, visto che si tratta di una caratteristica fisiologica. In altri termini il nostro corpo deve essere allenato a riparare sempre più in fretta i danni che possono essere causati dall'attività fisica.

Recupero e sovrallenamento
Troppo spesso una scarsa capacità di recupero porta a concludere affrettatamente che il giocatore è sovrallenato. In realtà il sovrallenamento è un fenomeno clinico molto chiaro, mentre la fatica da mancato recupero è un fenomeno decisamente transitorio e non preoccupante: bastano pochi giorni di riposo perché tutto torni normale. Ovviamente se il giocatore non ha presente questa situazione e continua a correre in maniera qualitativamente o quantitativamente superiore a quanto gli permetta la sua capacità di recupero correrà sempre da stanco e sembrerà sovrallenato: dolori muscolari, stanchezza, prestazioni mediocri ecc.ecc.

Come si allena il recupero?
È ovvio che un atleta in piena attività che si allena bene da mesi ha una capacità di recupero ormai consolidata. Un principiante o un atleta che rientra dopo un infortunio hanno spesso una capacità di recupero decisamente scadente ed è quindi il caso di migliorarla. Sperare che migliori da sé con l'allenamento non è la strategia migliore. Infatti ciò porta ad allungare decisamente i tempi di andata a regime perché si tende semplicemente a usare il riposo come mezzo di riparazione. La capacità di recupero andrebbe invece allenata con un piano scientifico inserito nel più generale programma di allenamento. Alla base di tale piano devono esserci le risposte alle cause che limitano il recupero:
- Numero di sedute settimanali commisurato alle proprie capacità.
- Limitazione delle sedute di qualità. Non dare ogni volta il massimo, ma inserire la o le sedute di qualità in un programma che preveda anche allenamenti di mantenimento.
- Limitazione del sovrappeso e corretta gestione dell'alimentazione. Ogni sportivo dovrebbe sapere cosa e quanto mangiare.
- Allenamento della mente. Ovviamente le capacità di recupero dei giocatori sono anche legate alla psicologia del soggetto. Chi in allenamento è solito risparmiarsi molto avrà apparenti ottime capacità di recupero, salvo poi avere periodi difficili le uniche volte che si impegnerà al massimo. Viceversa chi ha una grande determinazione potrà palesare grandi doti di recupero, salvo poi crollare quando il cumulo di fatica diventerà insostenibile. Nel valutare il recupero occorre pertanto non barare, né in un verso né nell'altro. Allenamenti mirati al recupero sono quelli che, salvaguardando i limiti di qualità e di intensità e vengono svolti in condizioni di mancato recupero.

Copyright by THEA 2004
http://www.albanesi.it/Arearossa/Articoli/04recupero42.htm

venerdì 10 febbraio 2012

L'acqua di cocco

Chiudendo la nostra settimana all'insegna dell'alimentazione, oggi parliamo dell'acqua di cocco, una bevanda isotonica naturale, rinfrescante ed adatta a tutti gli sportivi di tutte le età.

L'acqua di cocco, è una bibita con basso contenuto di grassi. Considerata una sana alternativa allo zucchero e ai succhi di frutta. L'acqua di cocco puro è una bevanda naturale senza additivi o dolcificanti artificiali. E 'senza colesterolo, ha un basso contenuto di carboidrati e zuccheri naturali e ha meno di 100 kJ /100 ml.
Vanta anche zinco, selenio, iodio, zolfo, manganese, boro, molibdeno, acido ascorbico e vitamine del gruppo B. E 'meglio di una bevanda per sportivi perchè offre molti degli stessi vantaggi se formulata come le bevande sportive, compreso il calcio, elettroliti, magnesio, fosforo, sodio e potassio allo stato elementare.
In un'ora di esercizio fisico, il corpo può perdere fino a tre quarti di acqua attraverso la sudorazione. Principalmente sodio e potassio, la cui perdita comporta fatica. Il rimedio è sempre stato il più semplice: bere acqua. A partire dal 1960, gli sportivi hanno però un alternativa: le bevande energetiche-isotoniche, contenenti non solo acqua ma anche elettroliti, minerali, vitamine, amminoacidi, carboidrati ecc. Da tempo però queste bevande sono oggetto di molte controversie poiche i medici hanno dimostrato che questi prodotti sono dannosi per la salute perchè contengono quantitativi anormali di zucchero e caffeina che accelerano l’insorgere di diabete, attacchi cardiaci ed ictus. I ricercatori hanno scoperto un’ alternativa del tutto naturale e sicura che non si limita a potenziare i livelli energetici negli atleti sia professionisti che amatoriali, ma che riduce i livelli i zucchero nel sangue e i rischi di diabete ovvero l'acqua di cocco.
Quest’acqua è la bevanda per eccellenza dissetante, naturale ed isotonica per lo sport, offrendo a termine di un allenamento, tutti i nutrimenti naturali necessari per aumentare il colesterolo libero. Provvede, sempre in modo naturale, al rifornimento delle sostanze minerali necessarie per l’attività fisica, è meglio assimilata dal corpo, più digeribile e non provoca disturbi
Caratteristiche principali:
ISOTONICA
Ha la stessa concentrazione di sali minerali presente nel nostro sangue, favorisce la reintegrazione di liquidi ed assicura un corretto bilancio idrico del nostro organismo.
ENERGETICA
Idrata e combatte la stanchezza fisica e mentale nella maniera più naturale possibile.
100% NATURALE
Viene estratta direttamente dalla noce ed imbottigliata senza l’aggiunta di sostanze chimiche.
DIETETICA
Priva di zuccheri aggiunti, contiene pochissime calorie, meno della metà dei comuni succhi di frutta o delle bevande isotoniche.
IPOALLERGENICA
Non contiene né lattosio né proteine di latte vaccino riducendo il rischio di reazioni allergiche alimentari.
DISINTOSSICANTE
Le proprietà depurative facilitano l’espulsione delle tossine e combatte i radicali liberi, favorendo la rigenerazione dei tessuti muscolari.

L'acqua di cocco è quindi una bevanda molto importante che non dovrebbe mancare nella dieta e nell'esercizio di qualunque sportivo

mercoledì 8 febbraio 2012

Le proprietà delle uova

E' parecchio tempo che non parliamo di alimentazione.
Oggi lo facciamo con un articolo sulle uova, un alimento ricco di proteine ed utilissimo per tutti gli sportivi.

Quale alimento per chi pratica lo sport, le uova sono in assoluto le risorse proteiche numero uno; occupano il primo posto nella scala degli alimenti ad alto valore biologico, cioè contengono tutti gli aminoacidi essenziali e tutti in forma utilizzabile. Un uovo di gallina medio pesa circa 60 g, fornisce 8 g di proteine nobili, ripartite tra albume e tuorlo. Inoltre vitamine, sali minerali e acidi grassi sono presenti in ottime percentuali.Nel tuorlo sono contenuti fosforo, calcio, ferro, zinco, vitamina A, B1, D, E. Il tuorlo contiene anche circa 7 g di grassi, di cui grassi saturi il 30%, con 270 mg di colesterolo ed il 70% insaturi, benefici ed indispensabili. Contiene anche l'acido oleico, acido linolenico e lecitina. Queste sostanze sono in grado di contrastare il colesterolo (comunque necessario al corpo umano in certe quantità). Con la lettera A sono indicate uova di 70 g circa, con la B quelle di circa 60 g e quelle con la lettera C di 45 g. Quelle di categoria C sono generalmente destinate all'industria dolciaria. Le extrafresche (raccolte ed imballate quotidianamente) hanno la scritta "extra" in bianco su una banda rossa. Un preconcetto riguarda la presunta indigeribilità dell'uovo e la sua nocività per il fegato. In realtà l'uovo favorisce lo svuotamento della colecisti ed in caso di calcolosi biliare, favorisce le dolorose coliche biliari. Ma se non si soffre di colecistite, di calcolosi biliare o di ipercolesterolemia, si può stare tranquilli, infatti l'uovo contiene notevoli dosi di colina e metionina, due aminoacidi che proteggono il fegato. La colina inoltre stimola la secrezione della bile, quindi la funzionalità epatica. Per quanto riguarda la digeribilità, si può dire che un uovo alla coque si digerisce circa in un'ora e mezza, contro le oltre tre ore della pasta in bianco o le quattro ore della carne arrosto !
L'albume non andrebbe mai consumato crudo, in quanto contiene dei fattori antinutrizionali, come l'avidina.
Ecco una parte del contenuto medio di un uovo di gallina di 60 g:

7.8

grammi

proteine nobili

246

mg

glicina

1.5

mg

ferro

425.4

mg

alanina

30

mg

calcio

197.4

mg

cistina

126

mg

fosforo

515.4

mg

valina

0.066

mg

vitamina B1

243.6

mg

metionina

0.186

mg

vitamina B2

421.8

mg

isoleucina

0.06

mg

niacina (vit. B3)

0.667

mg

leucina

135

mg

vitamina A

314.4

mg

tirosina

545

mg

lisina

406.8

mg

fenilananina

177

mg

istidina

135

mg

triptofano

474

mg

arginina

270

mg

colesterolo

0.762

mg

acido aspartico

369.6

mg

treonina

1029

mg

acido glutammico

567.6

mg

serina

298.2

mg

prolina




Le uova non dovrebbero bollire, poiché ferro e zolfo alla temperatura di ebollizione, formano il solfuro di ferro, sostanza venefica. Metterle nell'acqua fredda, mantenere il recipiente sul fuoco fino ad ebollizione, quindi spegnere e lasciarle a bagno sino a raffreddamento se si vogliono sode, togliendole prima se le si preferisce alla coque. L'uovo così cucinato è più gustoso di quello bollito e molto digeribile.
Per concludere, amici sportivi, ricordate che una dieta composta da una buona quantità di uova può dare un tono da non credere al vostro organismo e farvi ottenere in modo naturale l'effetto anabolico da molti ricercato.

Fonte dell'articolo:
http://www.anieneonline.com/rubriche/fitness/alimentazione-e-sport-le-uova.html

venerdì 11 novembre 2011

I benefici della caffeina

La caffeina appartiene chimicamente ad un gruppo di sostanze chiamate "purine" (il termine chimico è 1,3,7-trimetilxantina), presenti in natura nei chicchi di caffè, nelle foglie di tè, nella cioccolata, nel cacao e nei semi di cola (una pianta africana).

La caffeina viene spesso aggiunta nelle bevande gassate ed in molti farmaci o integratori vendibili senza ricetta. In natura esistono ben sessantatre specie di piante contenenti caffeina.

Effetti della caffeina
Anche se gli effetti ergogenici della caffeina non sono ancora stati pienamente chiariti, sembra ormai certo che essi siano mediati dalla liberazione di catecolamine. Questi ormoni sono chiamati rispettivamente adrenalina e noradrenalina oppure epinefrina e norepinefrina. La loro azione, massima durante uno spavento o uno sforzo improvviso ed intenso, agisce sia a livello centrale che periferico.
Per preparare il corpo a sostenere questo grosso impegno psicofisico le catecolamine:
- Aumentano il flusso coronarico (maggiore apporto di sangue al cuore)
- Aumentano la gittata cardiaca (maggiore apporto di sangue ai tessuti)
- Aumentano la pressione arteriosa sistolica
- Aumentano il flusso ematico muscolare, renale e cutaneo
- Aumentano il metabolismo
- Aumentano la produzione di glucosio (glicogenolisi) e la lipolisi
bloccano i recettori dell'adenosina delle cellule adipose e di quelle nervose (effetto lipolitico e stimolante)

La caffeina favorisce pertanto l'utilizzo di grassi come carburante, risparmiando le riserve glucidiche; aumenta il metabolismo corporeo favorendo il dimagrimento (viene spesso associata a prodotti dimagranti o anti cellulite); produce effetti analgesici nel sistema nervoso centrale, diminuendo anche la percezione di fatica e migliorando la velocità di reclutamento delle fibre nervose.

Dieta e caffeina

Negli Stati Uniti il 45% della caffeina assunta proviene dal caffè altre importanti fonti alimentari di caffeina sono rappresentate dal tè, bevande tipo cola, drink energetici, medicinali (diuretici, dimagranti ed antidolorifici in primis).

Contenuto medio di caffeina in bevande di uso comune
CAFFE' 50-100 mg (una tazza).
COCA-COLA 40 mg (una lattina)
THE 28 mg/150 ml (tanto maggiore quanto più lungo è l'infuso)
CACAO 100 mg/100 g
RED BULL 30 mg/100 ml
GUARANà 4-12% in peso (1 grammo di guaranà contiene dai 40 ai 120 mg di caffeina

NOTA BENE: negli sportivi occorre tener conto dell'effetto sommatorio della caffeina assunta con i vari alimenti in modo da non superare i limiti imposti dalle normative antidoping.
Il contenuto in caffeina del caffè moka tradizionale é superiore rispetto all'espresso
Nelle donne l'utilizzo di alcuni contraccettivi (etinilestradiolo) incrementa la durata di azione della caffeina di circa il 50%.
Alcuni farmaci hanno un elevato contenuto in caffeina (100-200 mg a compressa)

La dieta è in grado di influenzare la risposta individuale alla caffeina. La differente sensibilità nei confronti di questa sostanza potrebbe quindi essere spiegata anche analizzando le abitudini alimentari di chi la assume. Si è visto, per esempio, che la caffeina presente nel caffè ha un'efficacia ergogenica inferiore rispetto a quella venduta in compresse. La mobilitazione dei grassi derivante dall'ingestione di caffeina è inferiore nei soggetti che assumono alte quantità di carboidrati nel pasto pregara. Molto importante è anche l'assuefazione alla sostanza, quel processo per cui l'organismo sviluppa una sorta di resistenza nei confronti della sua azione farmacologica. Per massimizzare gli effetti ergogenici della caffeina, l'atleta dovrebbe quindi astenersi dal consumo di cibi, farmaci e bevande contenenti caffeina, nei quattro sei giorni che precedono la competizione.

Assunzione di caffeina
Per massimizzare gli effetti positivi si consiglia di assumere dai 3 ai 6 mg di caffeina per Kg di peso corporeo, dai 180 ai 75 minuti prima della competizione sportiva. Piccole dosi possono essere assunte anche durante prestazioni di endurance, per esempio in vista del traguardo.
Considerata la grande variabilità individuale è buona regola sperimentare l'utilizzo di caffeina in allenamento, evitando di assumerla nei tre giorni che precedono la competizione. A causa dei possibili effetti collaterali si raccomanda di consultare un medico prima dell'uso.

Controlli antidoping
In virtù dei suoi effetti ergogenici, la caffeina non può essere assunta liberamente dagli atleti. Le autorità antidoping hanno infatti fissato dei limiti di assunzione, oltre i quali l'utilizzo di questa sostanza viene considerato doping e come tale punito con la squalifica dell'atleta.
Un soggetto risulta positivo ai controlli antidoping quando la concentrazione di caffeina nelle urine supera i 0.012 mg/ml (= 12mcg/ml)*. Non é facile stabilire con esattezza quale sia la dose di assunzione in grado di superare tale soglia, dato che la caffeina viene metabolizzata dal fegato a velocità diverse da individuo ad individuo (un po' come succede per l'alcol). Tale valore limite può essere raggiunto, a grandi linee, assumendo 800-1200 mg di caffeina pura oppure 8 tazze di caffè forte.
Per questo motivo si consiglia di non superare le 6-8 tazzine di caffè espresso o le due-tre tazze di caffè tradizionale nelle tre ore precedenti la competizione. E' inoltre importante prestare particolare attenzione al possibile effetto additivo (assunzione contemporanea di energy drink, caffè e farmaci o altre bevande a base di caffeina).
* Tali valori possono variare leggermente in base alla federazione sportiva di appartenenza






venerdì 7 ottobre 2011

Allenarsi all'aperto (ed al freddo)

Il periodo invernale porta sempre dei grattacapi alle società che non possono permettersi di allernarsi al coperto.
Con l'articolo di oggi andiamo a ricordare alcuni consigli utili per chi dovrà praticare l'attività sportiva e l'allenamento all'aperto ed al freddo.
Le numerose ricerche di medicina sportiva affermano che si possono fare sessioni di allenamento outdoor anche nei mesi invernali. Quindi nessun allarmismo.
Innanzi tutto è bene coprirsi quanto basta per affrontare le temperature fredde o gelide. Senza esagerare: solitamente sono sufficienti felpe, T-shirt, pantaloni,scarpe sportive robuste e paracollo; eventualmente anche berretto e guanti per proteggersi durante le giornate ventose o di leggera pioggia. I materiali migliori per i capi di abbigliamento sportivo sono quelli che consentono la traspirazione della pelle (per esempio, microfibra e teflon) per limitare l’accumulo di sudore. Può essere utilissimo anche indossare una sottomaglia tecnica in grado di assorbire l’umidità presente sulla pelle.

Un sano regime alimentare che distribuisce i nutrienti adeguati durante l’intero arco della giornata non deve subire variazioni se già si evitano con attenzione alimenti calorici, grassi e digeribili con difficoltà (es. fritti, insaccati, dolci con creme, ecc.).
La prima colazione a base di cereali, pane, biscotti, marmellata e frutta fresca è indispensabile.
Come sempre consigliamo un alimentazione pre-allenamento con un orario di circa 2/3 ore prima dell'inizio dell'attività
Inoltre è importante, anche quando fa freddo, bere tanta acqua durante e lontano dai pasti principali.

mercoledì 21 settembre 2011

Alimentazione: Attenzione ai grassi

Prima di un allenamento o di una partita una cosa molto importante è l'alimentazione:

Si consiglia di mangiare qualcosa circa 2/3 ore prima di uno sforzo fisico.

L'alimentazione deve essere il più possibile priva di grassi.

In caso abbiamo del tempo per prepararsi un piatto completo seguiamo queste semplici regole per la gestione e la diminuzione dei grassi nel cibo:

- Ridurre la quantità di condimenti usati per cucinare: un'accortezza può essere quella di utilizzare eventualmente tegami antiaderenti e di preferire cotture che non hanno bisogno di troppi grassi come quelle al cartoccio, al vapore, al forno.

- Non far cuocere troppo a lungo i condimenti e quando possibile, aggiungerli a fine cottura; non utilizzare i condimenti già cotti.

- Tra i condimenti preferire quelli di origine vegetale, in particolare olio extravergine d'oliva.

- Per insaporire i cibi senza esagerare con i condimenti, imparare ad usare spezie ed erbe aromatiche.

- Non eccedere nel consumo di alimenti fritti.

- Aumentare il consumo di pesce, sia fresco che surgelato, ad almeno 2-3 volte a settimana.

- Eliminare il grasso visibile nelle carni preferendo comunque quelle magre.

- Ridurre la frequenza nel consumo di formaggi e salumi dato che questi alimenti contengono quantità anche elevate di grassi: se proprio non è possibile cercare di ridurre le porzioni.


In caso che impegni extra sportivi ci impediscono una corretta alimentazione dovendo ricorrere al classico "panino" evitiamo cose troppo complicate, evitiamo tutti i tipi di salsa (come la maionese) ed in caso di presenza di salumi, scegliamo quelli con meno grassi (come la bresaola o il tacchino).

Per quanto riguarda le bevande, privilegiamo l'acqua naturale e non andiamo su nessuna bevanda gasata.

venerdì 3 giugno 2011

Allenarsi d'estate!

Quando terminano le competizioni ufficiali, spesso siamo nel periodo che precede l'estate. Un momento dove il caldo inizia a farsi spesso pesante. Dobbiamo interrompere l'attività fisica? Assolutamente no! Ma è ovvio che bisognerà prendere delle precauzione per agevolare il nostro organismo a compiere attività fisica e sforzi in generale anche ad alte temperature.

Bisogna quindi seguire alcune precauzioni in più per aiutare l'organismo a reagire bene al caldo e soprattutto alla disidratazione. Alcuni consiglia arrivano da Nicola Sponsiello, specialista in scienza della nutrizione sportiva e rappresentante italiano del Gatorade Sports Science Institute (GSSI), il laboratorio con sede in Illinois (USA) che dal 1965 studia la scienza dell'idratazione e dell'alimentazione sportiva. "Idratarsi in modo corretto" - spiega Nicola Sponsiello - "significa mantenere il proprio organismo nel giusto equilibrio idrico. Una corretta idratazione è sempre consigliata, indipendentemente dallʼattività fisica svolta nel quotidiano. Ma è necessaria soprattutto durante il periodo estivo, quando siamo maggiormente esposti ad alte temperature e di conseguenza a una elevata dispersione di liquidi."
"È fondamentale anche reintegrare le sostanze perse con il sudore" – continua Nicola Sponsiello - "ovvero sali minerali come sodio, potassio e cloruro, la cui perdita è spesso responsabile di un comune malessere estivo come il colpo di calore.
È bene ricordare che queste considerazioni non sono limitate allʼambito sportivo ma restano comunque valide per qualunque attività che comporti uno sforzo fisico".
Per continuare ad allenarsi con efficacia durante la stagione estiva, oltre ad evitare di svolgere attività fisica durante le ore più calde della giornata, è fondamentale reintegrare i liquidi persi con uno sport drink che contenga un mix equilibrato di sali minerali.
Inoltre, in caso di gara sportiva, un pasto di 50/75 grammi di carboidrati, consumato almeno 1 ora prima della partenza, fornisce il giusto apporto di energia per affrontare la corsa.
Gli alimenti ideali sono pane, barre energetiche, banane, pasta, cibo e cereali. Anche gli sport drink possono contribuire a fornire lʼenergia necessaria per portare a termine la competizione.
L'esperto sottolinea poi che è importante essere sufficientemente idratati prima dello sforzo, ma senza esagerare: 600 millilitri di acqua o di una bevanda sportiva consumati in anticipo sullʼinizio della corsa - in caso di gara agonistica anche due ore prima - sono quanto necessario. Ciò che conta, comunque, è rinfrescare l'organismo, non la testa.
Bagnarsi la testa dà una sensazione di freschezza solo temporanea: non reintegra i liquidi persi e non abbassa la temperatura del corpo.
È il sudore che svolge il colpito di mantenere fresco lʼorganismo e perché questo processo sia efficace è necessario mantenere il giusto livello di idratazione.
Alla fine dell'allenamento, poi, per un veloce recupero, è importante reidratarsi ed ingerire carboidrati. Cibi e bevande contenenti sodio contribuiscono ad una rapida e completa reidratazione.
Dividendo il proprio peso corporeo per due, si ottiene il numero dei grammi di carboidrati da consumarsi entro la prima ora dopo la fine dellʼattività sportiva per un corretto recupero fisico.

venerdì 20 maggio 2011

L'allenamento a fine stagione

In questo articolo analizziamo come impostare gli allenamenti di fine stagione ed alcune indicazioni alimentari.

Spesso per alcune squadre le partite di fine stagione sono fondamentali per svariati motivi, salvezza,promozione, trofei particolari ecc. ecc.
Diventa fondamentale il recupero neuro-psicologico oltrechè fisico. Quindi sedute non troppo lunghe, obiettivi della seduta specifici per la partita o le partite rimaste , esercitazioni con pause ampie a con scarso impegno muscolare, soprattutto eccentrico (va e vieni, arresti, cambi di direzione ecc.).

Per le squadre che non hanno ormai più nessun obiettivo per cui lottare, dopo un necessario periodo di rigenerazione di almeno 10 giorni, il modo migliore per ottimizzare l’allenamento è programmare lavori specifici e individuali. Soprattutto per i giovani, questo rappresenta il momento ideale per lavorare su aspetti complementari, con esercitazioni sulle diverse espressioni di forza, nell’ottica di un programma di costruzione lontano dallo stress del periodo competitivo. Escluderei in modo categorico esercitazioni per la resistenza.

Finite tutte le competizioni una società dovrebbe imporre di interrompere l’attività appena finiscono gli impegni agonistici e dopo una trentina di giorni di vacanza anticipare l’inizio dell’attività per sfruttare l’opportunità di lavorare con i propri atleti senza avere l’impellenza degli impegni agonistici.

Un buon periodo di pausa agevola il recupero psichico dell'atleta, che sarà pronto e completamente recuperato all'inizio della nuova fase di preparazione.

Per quanto riguarda l'alimentazione invece, per le squadre che sono ancora in forte competizione consiglierei una supplementazione vitaminica, complesso B e C che può essere ottenuta anche con centrifugati di frutta fresca (albicocche kiwi mele carote e fragole) da assumere durante i pasti e porzioni abbondanti di carni rosse magre sopratutto nel pasto dopo l’allenamento/gara. Tralasciarei completamente i formaggi che affaticano la digestione. Privilegiare il riso come carboidrato pregara, una porzione di riso cotto nel latte e dolcificato con marmellata è eccellente anche come prima colazione.

Chi invece gioca senza essere più nell’ambito della competizione può abbondare di verdure, carni bianche e cereali integrali per iniziare il periodo detox di fine campionato. Colazione di frutta, yogurt bianco non dolcificato e muslei.


Prof. Stefano Fiorini
Dott.ssa Lucia Bacciottini

lunedì 25 aprile 2011

Recupero fisico

Chi pratica sport dovrebbe sapere quanto è importante recuperare velocemente da uno sforzo fisico particolare, come può essere una partita,un allenamento, una serie di gare disputate in giorni molto ravvicinati oppure, ad inizio stagione durante la preparazione atletica. Bisogna poi considerare che la difficoltà a recuperare aumenta con l'età.

Ecco alcune semplici regole ed informazioni per recuperare più velocemente:

1- Immediatamente dopo lo sforzo fisico vi consiglio innanzitutto di fare molto stretching, senza forzare, almeno per i muscoli più sollecitati (solitamente le gambe) evitando così indurimenti dovuti a microtraumi muscolari.

Inoltre importantissima è l'idratazione! Dopo uno sforzo, ma anche durante se c'è la possibilità, dovete bere molta acqua, meglio ancora bevande ricche di sali minerali (vedi gli appositi articoli su questo sito) come i più noti integratori in commercio.

2- Ma gli integratori servono solo marginalmente, importantissimo è invece curare l'alimentazione ripristinando i livelli di glicogeno nel corpo con l'assunzione di carboidrati, ossia mangiete pasta, cereali, pane, miele, marmellata etc etc. Il sovrappeso è poi un fattore che limita molto i tempi di recupero fisico. Tenete sotto controllo il peso!

3- L'ideale sarebbe poi effettuare un massaggio defaticante subito dopo la prestazione sportiva, in modo da smaltire meglio l'acido lattico, ma spesso ciò non è possibile per la mancanza di massaggiatori, soprattutto in campo dilettantistico.

Le alternative sono l'elettrostimolazione, ma agire su tutti i muscoli coinvolti è difficile, oppure l'idromassaggio, che stimola sempre la circolazione.

4- Ecco quindi un consiglio specifico per la notte successiva allo sforzo fisico: dormite con le gambe in scarico, ossia in alto!
Per fare ciò è sufficiente mettere un cuscino o due sotto il materasso a livello dei piedi.
In questo modo il sangue circolerà meglio ed eviterete di svegliarvi con le gambe "imballate" e dure.

Ricordatevi infine che la capacità di recupero è "allenabile", nel senso che prestando sempre la stessa attenzione a questi metodi ed allenandovi costantemente, i tempi di recupero fisico si possono ridurre sensibilmente.

mercoledì 9 marzo 2011

Stanchezza muscolare

La stanchezza muscolare è una condizione che colpisce un altissima percentuale di persone, le cui cause sono collegate, esclusi i casi di patologie fisiche, al sovrallenamento.

I sintomi tipici della stanchezza muscolare sono un senso di affaticamento fisico e mentale costante, sonnolenza, difficoltà a concentrarsi, vertigini ed in alcuni casi perfino nausea ed insonnia.
Da un punto di vista medico invece è possibile distinguere tra vera debolezza, situazione in cui realmente i muscoli riescono ad emettere una forza inferiore a quella normale, situazione che è spesso collegata a malattie e situazioni patologiche, e debolezza percepita in cui invece l’intensità di forza dei muscoli è normale anche se il soggetto sente uno sforzo maggiore per ottenerla, come accade spesso nelle sindromi da affaticamento da sport.
Non bisogna meravigliarsi di quanto la stanchezza muscolare sia diffusa anche tra sportivi ben allenati, ci sono infatti una serie di cause che possono provocare l’affaticamento muscolare tra queste le più comuni sono: allenamenti troppo intensi a cui non fanno seguito i giusti tempo di riposo, alimentazione squilibrata, o per lo meno non adeguata ai livelli di attività fisica che si svolge, ore di sonno insufficienti.
Scoprire a cosa sia dovuto l’affaticamento è indispensabile per potervi porre rimedio in modo definitivo.
I rimedi per la debolezza muscolare può essere tanto un periodo di riposo totale dall’attività sportiva, dei piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari, cercare di avere dei ritmi di vita più regolari, etc..In linea di massima quindi è possibile porre rimedio all’affaticamento muscolare in poco tempo, è importante però cercare sempre di intervenire non appena si manifestano i primi sintomi, continuare ad allenarsi quando vi è stanchezza muscolare infatti può essere molto compromettente non solo per le prestazioni atletiche ma anche per la salute e per la forma fisica.
Sforzare i muscoli senza che questi abbiano recuperato può infatti innescare un processo di catabolismo, secondo cui i muscoli non avendo l’energia ed i nutrienti necessari cominciano a nutrirsi di loro stessi, il che provoca una diminuzione della massa magra.
La perdita di massa muscolare ha come diretta conseguenza l’ aumento della massa grassa, in altri termini vuol dire che c’è il rischio che facendo sport quando vi è debolezza muscolare il soggetto possa addirittura ingrassare e perdere tonicità.
Nel lungo periodo inoltre questo indebolimento, oltre che sul funzionamento del sistema muscolare, può avere risvolti negativi anche sulla funzionalità del sistema nervoso e dell’apparato cardiocircolatorio, compromettendo negativamente le condizioni generali di salute dell’organismo. Per tutti questi motivi è sempre bene cercare di prestare molta attenzione ai segnali di affaticamento lanciati dal nostro corpo, per non rischiare che una cosa sana e positiva come l’attività fisica si trasformi invece in qualcosa di controproducente e dannoso.
Quando non vi è nessuna delle condizioni che possano far pensare ad una debolezza muscolare dovuta alle condizioni sopracitate come allenamenti intensi, dieta squilibrata etc.. o non si riesce ad individuarla con certezza, è necessario richiedere il parere di un medico, infatti in alcuni casi la debolezza muscolare può essere legata anche malattie più o meno gravi, dalla mononucleosi alla sclerosi multipla, per cui è bene intervenire in tempo con analisi e test per scoprire le cause e scegliere la terapia per la debolezza muscolare.

www.benessere360.com

mercoledì 2 marzo 2011

Zucchero nel pre-gara

Spesso vediamo alcuni giocatori, mangiare dosi di zucchero puro (zollette o bustine) prima di una gara, è un bene o un male?
Ecco la risposta:
Il classico zucchero bianco che utilizziamo nel caffè non ha utilità in una competizione come una partita di calcio a 5.
L'indice Glicemico è troppo elevato, si ha un rebound negativo nel breve tempo con sintomi che possono portare alla senzazione di gambe "deboli" e rapido accumolo di stanchezza.
Quindi evitate zucchero puro a pochi minuti dall'inizio di una gara.
Una buona alimentazione pre-gara va fatta 2/3 ore prima dell'inizio dell'incontro e deve avere una buona dose di carboidrati e di zuccheri semplici. Tra gli alimenti preferiti c'è la crostata, ricca di zuccheri semplici che non intasano l'organismo, e che vengono dosati lungo l'arco della partita. Anche il riso integrale è un ottimo alimento, anche se ha una digeribilità minore.
Per quanto riguarda il reintegro energetico durante la gara e/o fra primo e secondo tempo, bevande zuccherate contenenti glucosio,fruttosio e maltodestrine con sali minerali come sodio,potassio e magnesio rimangono la miglior soluzione per la loro assimilazione istantanea che si trasformerà subito in energia.

P.M.

lunedì 3 gennaio 2011

Dieta a zona: Approfondimento

Tempo fa avevamo già parlato di dieta ed in particolare della dieta a zona, divenuta ormai famosa anche fra gli sportivi per i suoi benefici e per la facilità di gestione.
Visto che sono da pochi giorni terminate le festività natalizie un aggiornamento all'argomento non può che fare bene.

L’alimentazione; un’argomento che sta divenendo sempre più centrale nella programmazione di una stagione sportiva dell’atleta. Come sappiamo vi sono diversi tipi di regimi alimentari, dalla dieta mediterranea, ricca di carboidrati, a quella iperproteica dove i carboidrati invece sono “banditi”, da quella vegetariana alla dieta a zona. Ritenendo quest’ultima una valida alternativa (anche sorprendente per i risultati, non solo in termini di perdita di peso, ma soprattutto per miglioramento della qualità di vita) per le persone comuni, ho deciso di provare a portare un contributo, al mondo sportivo cercando di capire se e come possa essere utile anche a degli atleti di alta performance.

Cenni storici

Questo regime alimentare fu studiato da Barry Sears (nutrizionista americano) in seguito alla morte dei suoi familiari, deceduti a causa di infarto del miocardio. Praticamente l’assimilazione di carboidrati ad alto indice glicemico porta alla formazione di eicosanoidi (ormoni) “cattivi”, dovuta appunto alla secrezione di livelli eccessivi di insulina. Queste sostanze pare siano una delle cause di molti stati patologici,quali cardiopatie, diabete, cancro e artrite. Per questo è consigliato l’apporto di carboidrati a basso indice glicemico,che oltre a fornire energia per tempi più lunghi rispetto a quelli ad alto IG, promuovono la formazione dei cosiddetti eicosanoidi buoni, che hanno effetti positivi sul nostro organismo.

*grazie a Francesco Tribuzio

I principi

Ormai da qualche anno si sente parlare di dieta a zona; è noto il suo principio di ridurre di un tot (circa il 20%) l’assunzione di carboidrati rispetto alla dieta mediterranea, favorendo di fatto un maggior consumo di proteine e grassi. Come sappiamo questi sono i macronutrienti che noi tutti assumiamo per poter permettere al nostro organismo di “vivere”. Senza l’assunzione di anche solo uno di questi, per periodi molto prolungati, si va incontro sicuramente ad una degenerazione dell’organismo stesso.

alimentazione dello sportivoLa “dieta a zona” segue il famoso schema “40-30-30″ dove, nello specifico, si ha la proporzione di:

  • 40% carboidrati
  • 30% proteine
  • 30% grassi

Pertanto si modifica la famosa piramide alimentare mettendo alla base (oltre all’attività fisica) alimenti quali i grassi “buoni” come gli Omega3, gli ortaggi e la frutta, spostando in alto il pane e la pasta, limitandone quindi l’utilizzo. I cibi da scegliere per comporre i pasti sono diversi tra loro ed hanno qualità differenti, e vanno quindi preferiti quelli che si predispongono ad una più facile assimilazione da parte dell’organismo, come possiamo notare nella nostra piramide..

Per quanto riguarda in particolare la scelta dei carboidrati ci si basa molto sull’Indice Glicemico e sulle tabelle relative. In generele sembra tutto ok! Ma viene da domandarsi:

Per uno sportivo agonista di alto livello, sottoposto quindi a sforzi elevati e ad un consumo glicogenico molto alto, è consigliato seguire questo tipo di alimentazione? Se sì, quali possono essere gli accorgimenti da apportare per venire incontro alle sue necessità?

Da letteratura

“Per uno sportivo, praticante attività di lunga durata e quindi con necessità di carichi glicogenici importanti il consiglio principale è quello di consumare una varietà di alimenti e di bevande fra tutti i gruppi di alimenti, scegliendo quelli che limitano le quantità di grassi saturi, di grassi trans, di colesterolo, di zuccheri aggiunti, di sale e di alcol. In linea con le regola della dieta italiana si indica che la ripartizione giornaliera ideale dovrebbe essere la seguente: Carboidrati minimo 45%, Proteine minimo 35%, Grassi minimo 25%.”

Come si nota questa ripartizione è molto molto vicina allo standard classico della Zona, in particolare della zona italiana che caldeggia un’armonico connubio con la classica dieta mediterranea, favorendo il consumo di pane e pasta (seppur in dosi molto contenute), olio di oliva, frutta secca, pesce azzurro, carni magre e formaggi, tutti cibi per i quali la qualità italiana è al primo posto nel mondo! Una rapida spiegazione dei principali punti per il consumo di cibo nella Zona:

  • abbinamento dei 3 macronutrienti
  • scelta di cibi favorevoli a discapito dei meno indicati
  • 3 pasti principali e almeno 2 spuntini giornalieri
  • non far passare più di 4 ore tra un pasto e l’altro

SGARRARE NON È UN PROBLEMA….PURCHÈ SIA UN’ECCEZIONE E NON LA REGOLA!

indice glicemico dietaCome già accennato il principale indicatore per un’oculata scelta dei cibi, in particolare per i carboidrati è il cosiddetto Indice Glicemico (IG): L’IG è rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di quell’alimento. La glicemia è la concentrazione di glucosio nel sangue, e l’indice è calcolato in percentuale rispetto alla velocità con cui lquesta aumenta in seguito all’assunzione di un alimento: si prendono come parametri di riferimento il Glucosio e il Pane Bianco, entrambi con valore 100, e da lì si calcola il rapporto con questi. Più l’IG è vicino a 100 (o addirittura superiore) e più l’alimento in questione è sfavorevole.

*(fonte: Dr. Stefano Urgelli)

Questo parametro cosa implica?

Dopo un pasto con alimenti ad alto IG si verifica un repentino aumento degli zuccheri nel sangue e di conseguenza un rilascio ormonale di insulina molto marcato. Questa fase iperglicemica dura pochissimo (circa 60-90 min per i pasti principali) poiché un buon funzionamento insulinico coopta tutte le molecole di glucosio per trasformarle in “energia”, lasciando quindi in breve tempo il nostro organismo in fase ipoglicemica.

Come ovviare a questo?

andamento-gliecemia-sportivo(clicca sull’immagine per ingrandire) L’ingestione esclusiva (o comunque preponderante) di carboidrati è la causa di questi sbalzi glicemici e ciò comporta quindi, nella fase tipo, tremendi “attacchi di fame”, ridotte capacità attentive, sonnolenza e apatia (Figura 1a). Assumendo assieme a carboidrati con basso IG quote di proteine favorevoli e grassi “buoni”, si riesce ad abbassare il picco di glucosio nel sangue post-prandiale e si rende molto più duratura l’azione insulinica che invece di esaurirsi in 60-90 min posticipa il tutto fino a 3-4 ore (Figura 1b)! Si possono trovare in rete moltissime tabelle alimentari riferite all’IG o alle qualità delle proteine e dei grassi dove vengono riportate dettagliatamente tutte le caratteristiche dei vari cibi.

Tutto questo modo di alimentarsi permette quindi di sfruttare totalmente le riserve glucidiche disponibili per un tempo maggiore preservando allo stesso tempo la struttura proteica, in modo da evitare il tanto temuto “catabolismo” muscolare (cioè la perdita di massa muscolare). Non formandosi nè corpi chetonici dalla scissione proteica né radicali liberi (grazie all’utilizzo di grassi monoinsaturi che legano meno molecole di ossigeno), l’organismo risulta essere pertanto anche molto meno intossicato. Dopo aver effettuato un excursus su cosa è la dieta a zona e come si affronta torniamo al nostro atleta che vuole intraprendere questa strada. Come si è capito è un regime alimentare non solo tranquillamente affrontabile da uno sportivo, anzi è consigliabile predisporre per lui le condizioni affinchè riesca a capire e “accettare” questo nuovo tipo di alimentazione. Il controllo del peso corporeo, la conservazione della massa muscolare, la riduzione di quella grassa, l’assenza di radicali liberi, il miglioramento delle sue capacità di attenzione sono solo alcuni degli aspetti sui quali fare forza per invogliare ad intraprendere una strada importante.

Vi è un solo accorgimento da prendere nel caso in cui avvenisse un calo ponderale eccessivo rispetto allo standard previsto; cioè aumentare la quota dei grassi buoni. Ad esempio se consuma in un pasto 2 cucchiai d’olio, noi aggiungeremo anche 2 noci extra blocco.

Giornata tipo

Proviamo adesso a organizzare una giornata per il nostro atleta; dapprima indichiamo quanti pasti dovranno essere consumati e l’ora indicativa (ipotesi di allenamento pomeridiano):

  • COLAZIONE (entro le 8.30)
  • SPUNTINO (intorno alle 10.30)
  • PRANZO (intorno alle 12.30)
  • ALLENAMENTO (intorno alle 15)
  • SPUNTINO (intorno alle 17.30)
  • CENA (intorno alle 20)
  • SPUNTINO FACOLTATIVO (intorno alle 22.30)

Una volta che avremo ben chiaro questo potremo anche, eventualmente, cercare di capire dove verranno consumati i pasti in modo da poter consigliare cosa mangiare. È evidente che la scelta cambia se si mangia a casa, al bar, al ristorante, a lavoro o per strada! Tutto sta nel capire le esigenze e aiutare a superare le difficoltà. Dopodichè potremo pensare ad inserire i giusti cibi nei pasti

Naturalmente è ampiamente personalizzabile. Spero di essere riuscito a chiarire qualche aspetto che poteva essere nebuloso e che questo mio contributo sia utile a coloro che sono intenzionati a provare (dato che secondo me prima di proporre a qualcuno qualcosa è utile conoscerla bene e capirne i benefici in prima persona) con la lettura di questo articolo si siano convinti a dare una chance ad un nuovo, e proficuo, modo di alimentarsi.

Fonte: www.sportbrain.it

mercoledì 15 dicembre 2010

Attività all'aperto, pericolo freddo!

Anche se il calcio a 5 è uno sport che si pratica in teoria al chiuso, purtroppo non tutti possono permettersi il noleggio di palazzetti o strutture al coperto per allenamenti o partite quindi si è costretti a giocare ed allenarsi su campi all'aperto in tutto il periodo della stagione.
Con l'arrivo dell'inverno e di conseguenza del freddo dobbiamo preparare bene il nostro corpo e seguire delle semplici regole per fare attività sportiva all'aperto
con temperature anche molto basse.

Contrariamente a quanto si possa pensare, recenti studi hanno dimostrato che praticare attività sportive all’aperto d’inverno è salutare e i traumi e gli infortuni sono minori rispetto al periodo estivo.
E’ necessario solltanto prendere alcune precauzioni e convincersi che certe dicerie sono erronee.
Tra queste l’idea che l’aria troppo fredda posa creare dei problemi ai polmoni rendendoli più a rischio di infezioni e patologie respiratorie quali asma o bronchiti.
Per quanto riguarda l’abbigliamento è importante non coprirsi troppo e vestirsi a strati con capi di microfibra o teflon che permettono al sudore di fuoriuscire non lasciando i capi umidi.

E’ molto importante coprire la testa perchè è la parte che regola la temperatura corporea ed è importante avvertire un po’ di freddo all’inizio dell’attività fisica affinchè il corpo si regolarizzi durante lo sforzo.
L’unica controindicazione per non praticare sport all’aperto in pieno inverno è quando si ha il raffreddore o l’influenza o febbre oppure mal di testa.

Consigli per l'alimentazione per chi deve eseguire un attività all'aperto a temperature basse:

L’alimentazione giusta per difendersi dal freddo. Con il procedere dell’autunno e l’avvicinarsi dell’inverno sentiamo sempre di più l’esigenza di difenderci dal freddo che si fa sempre più sentire. D’altronde possiamo rimediare con la dieta più adeguata, che deve tenere conto di alcuni elementi particolari, i quali non dovrebbero mai mancare a tavola.


Difendersi dal freddo con la giusta alimentazione significa anche potenziare le nostre difese immunitarie, in modo da riuscire ad evitare tutti gli inconvenienti che il freddo porta con sé, come virus, febbre e raffreddore. Il tutto può essere attuato garantendo al nostro organismo il giusto apporto delle sostanze nutritive di cui esso ha bisogno.
In questo senso non dobbiamo dimenticare il ruolo svolto dalle spremute di agrumi, in modo da agire contro le infiammazioni e contro la carenza di vitamine.
 

É importante anche garantirci un adeguato pieno di energia soprattutto a colazione.
Possiamo farlo consumando cereali e succhi di frutta e aggiungendo yogurt e fermenti lattici, che contribuiscono a mantenere intatto l’equilibrio dell’intestino.
Ma la lista dei cibi utili potrebbe continuare per esempio anche con la zucca, che è ricca di antiossidanti e per questo aiuta a contrastare le infezioni respiratorie e urinarie.
 

Per sentirci energici e vitali nonostante il freddo, possiamo ricorrere a zuppe di verdure e legumi, che sono capaci di apportare vitamine e sali minerali.
Se invece vogliamo combattere anche lo stress, oltre al freddo, una tisana rilassante è l’ideale nei giorni grigi e piovosi.
Il nostro benessere ne ricaverà tanti vantaggi.
A ridosso dell'attività fisica diamo preferenza ad alimenti facilmente digeribili e ricchi di zuccheri, ed è consigliato mangiare 2/3 ore prima dell'inizio dell'attività.

mercoledì 22 settembre 2010

La migliore bevanda (ipotonica o isotonica)

Qualche giorno fà abbiamo pubblicato una serie di domande generali sulla preparazione atletica.

Una di questa parlava delle bevande "ipotoniche" ed in molti avete chiesto chiarimento in merito.

Ecco qua la risposta, su cos'è precisamente una bevanda ipotonica e come prepararla.

Gli ingredienti, compresi i sali, devono essere diluiti in acqua secondo precise proporzioni per dare una bevanda ipotonica. I carboidrati (fruttosio e maltodestrine) non devono superare il 4% (40 grammi per litro), mentre i sali, (specialmente gli aspartati di potassio e di magnesio con azione anticrampo, aggiunti in piccole frazioni (pochi milligrammi) non incidono sulla concentrazione, che comunque deve essere inferiore a 300 m Os m / l.

In commercio si trovano bevande gia pronte (tipo Aquasport light) oppure da preparare con le bustine (tipo Enervit G = 20 g da sciogliersi in 1/2 l di acqua o te), che contengono in quantità già equilibrata i carboidrati e i sali minerali per reintegrare, prima e durante l'attività, ciò che si perde con l'esercizio fisico.


In farmacia si potrebbero comperare i singoli componenti per preparare la bevanda.

A questo punto vi consiglio l'assimilazione di queste bevande ipotoniche poco prima dello sforzo fisico oppure durante l'attività e consiglio una bevanda "isotonica" (tipo il comunissimo e famosissimo Gatorade) dopo l'attività fisica perchè ha un tempo d'assimilazione medio e favorisce maggiormente il recupero fisico.


L'ideale che una bevanda dovrebbe avere da assimilare durante l'attività fisica è:
  • Carboidrati - meno di 5 g.

  • Sodio - meno di 45 mg.

  • Potassio - meno di 20 mg.

  • Magnesio - meno di 12 mg.

In questa categoria rientrano principalmente le bevande ipotoniche ma anche alcune isotoniche che però avendo come dicevo prima un tempo d'assimilazione leggermente superiore (essendo in media più concentrate di sali) sono meno consigliate per il calcio a 5.


Quindi dopo l'esercizio fisico è importante rifornire l'organismo d'acqua con l'aggiunta di sali e di energia in questo caso la bibita può essere più concentrata, cioè isotonica.

Photobucket

Curiosità sulla preparazione atletica

Ecco alcune domande e risposte sulla preparazione atletica nel calcio a 5.


- Gli scatti sulla sabbia migliorano la velocità?

No, la sabbia non restituisce quella risposta elastica che si ottiene da una superfice dura. La velocità dipende dal tempo di reazione col suolo, nella sabbia questo valore viene sfalsato dallo sprofondamento del piede, non si verifica quindi una reazione utile al miglioramento della velocità

- L'allenamento con i pesi rallenta i movimenti?

Assolutamente no. Un corretto allenamento con i pesi velocizza i movimenti in quanto, grazie ai carichi, si migliora la conduzione del segnale neuromuscolare, che porta i muscoli ad uno stato di "veglia" maggiore. Le sedute con i pesi devono essere somministrate nel migliore dei modi, con carichi piuttosto alti (un carico basso, al contrario, rallenta l'azione) e con una durata adeguata.



- Eliminare il fondo nella preparazione è corretto?

In maggior parte si, nel calcio a 5 contano soprattutto velocità, reattività ed esplosività. Una base di allenamento di fondo per il condizionamento aerobico è consigliata solo in fase di precampionato.

- Per valutare la velocità pura quale test è consigliato?

Il test dei 30 metri è il migliore per valutare la capacità di accelerazione, quella che in misura maggiore serve ad un calcettista. La comparazione cronometrica - per una migliore comprensione del test - è questa:

fino a 3"8 eccellente
fino a 4"3 ottimo
fino a 4"8 buono
fino a 5"3 discreto
oltre 5"5 insufficiente


- Quali tipi di bevande sono consigliate durante l'attività?

Durante l'allenamento, la bevanda - contrariamente a quanto si crede - per una migliore assimilazione non deve essere isotonica (così come vuole la pubblicità dei prodotti più noti) ma ipotonica, cioè deve avere una concentrazione di sali e zuccheri inferiori a quelli del plasma sanguigno (meno di 300 mOsm/L). Disseta in poco tempo, transita velocemente nello stomaco e viene assimilata in brevissimo tempo dall'intestino. Le bevande isotoniche (cioè quelle che possiedono una concentrazione di sali e zuccheri pari al plasma) hanno un transito più lento, mentre quelle ipertoniche hanno una rapidità di assimilazione minore e l'assunzione è indicata dopo l'allenamento.

- Come migliorare la potenza di tiro?

La potenza del tiro dipende da una serie di fattori piuttosto complessa: c'è infatti da dire che non è sufficente la pura forza esplosiva, ma piuttosto la coordinazione neuromuscolare che fa utilizzare al meglio le fibre che ottimizzano l'azione motoria. Tale coordinazione in parte è congenita e in parte è allenabile.

In un programma di allenamenti che possiedano questa finalità, occorre innanzitutto pensare ai muscoli che maggiormente sono coinvolti nell'azione del tiro: il quadricipite femorale (che è un potente estensore) e i flessori della coscia. (soprattutto lo psoas iliaco). Occorre però dire che esistono una serie di muscoli stabilizzatori che permettono ai muscoli motori di compiere al meglio l'azione richiesta. In questo caso si parla quindi di adduttori e addominali, che devono essere potenziati. Ma non è finita: se il quadricipite svolge il carico di lavoro più grosso, il suo muscolo antagonista (il bicipite femorale) dovrà essere capace di allungarsi per permettere la contrazione del muscolo agonista (il quadricipite).

In sintesi: la potenza del tiro può essere migliorata eseguendo esercizi con grossi carichi ed in maniera esplosiva alla leg extension, ma anche compiendo degli squat dove la distensione delle gambe risulta veloce. Inoltre: si tonificano gli adduttori e gli addominali (in forma resistente, quindi carico medio/basso per molte ripetizioni), mentre si possono potenziare i femorali ma occorre assolutamente allungarli con molto stretching. Un tiro corrisponde ad una azione traumatica del muscolo quadricipite che si accorcia (cioè si contrae) molto rapidamente. A ciò fa seguito un altrettanto rapido allungamento dell'antagonista (il femorale) che se contratto (caso più che tipico in un calcettista/calciatore) può lacerarsi e causare uno stiramento, se non uno strappo.

Un femorale contratto può perciò essere un elemento limitante della potenza del tiro.

Concludendo: il tiro in porta lo si migliora potenziando in maniera esplosiva i quadricipiti; allenando il tono dei muscoli accessori e allungando i muscoli posteriori della coscia.

- Come lavorare con i pesi?

Consiglierei una buona dose di allenamenti con i pesi durante la preparazione precampionato ed una seduta settimanale di mantenimento. Seguite queste indicazioni: in precampionato tre sedute di quaranta minuti con alti carichi per esercizi relativi a grossi distretti muscolari, squat e affondi per gli arti inferiori; girate al petto e stacchi per i dorsali; distensioni su panca per i pettorali. Due gruppi muscolari per ogni allenamento, circa 15/16 serie complessive per le gambe, 12/13 per i dorsali, 8/10 per i pettorali. Utilizzate un carico che vi permetta di arrivare a 5/7 ripetizioni, tenendo presente che la velocità deve essere massima nella fase di concentrica (distensione nello squat e nella panca, trazione nelle girate e negli stacchi) e controllata in quella eccentrica (cioè la fase del ritorno). Potete anche permettervi di far precedere l'allenamento con la squadra da queste sedute: il lavoro in campo ti servirà come trasformazione dinamica del lavoro. Durante il campionato dedica il lunedì ai pesi. Un'ora circa nella quale eserciterai tutte le aree descritte, oltre agli addominali. Scusate l'estrema sintesi ma l'argomento richiederebbe un intero manuale. Ricordate solo che l'accelerazione con la quale sposti i carichi, è funzionale al miglioramento della rapidità. Per quanto riguarda lo stretching, fatelo a fine seduta.

STEFANO CARLINI
Preparatore Atletico del Romagna Iniz. Cesena Calcio a 5
Diplomato all'ISEF di Urbino
Collabora con la Facoltà di Scienze Motorie di Chieti
Formatore per la Federazione Italiana Fitness

Lo sport inizia sempre a tavola!

"Nessuno può pensare di partire per un viaggio senza fare rifornimento di benzina. Allo stesso modo occorre fare il pieno di carburante prima di fare sport".

Premessa

A tavola uno sportivo in genere fa molti danni. Di più: rende spesso inutili prolungati, allenamenti faticosi, tabelle di preparazione atletica. Con l'avvento della bella stagione, oltretutto, i rischi aumentano: è piacevole restare al fresco di qualche ristorante un po' più del solito, chiacchierare con gli amici, e mangiare qualcosa in più.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi, proprio a causa della imminente estate, decide, di colpo, di mettersi in forma e sottoporsi, contemporaneamente, a diete che gli consentano di indossare abiti e costumi della stessa taglia dell'anno precedente. E si rischia: perché allenamenti intensi e sottoalimentazione sono una miscela dannosa per il nostro fisico.

Il giusto equilibrio

Come si vede l'alimentazione e lo sport rappresentano due argomenti da coniugare con molta attenzione. Gli italiani, in genere, lo sanno perfettamente, ma non sempre riescono a far convivere diverse esigenze. Secondo una recente indagine gli italiani si definiscono tutti potenzialmente "salutisti". Ma solo in teoria. Quando si scende nel dettaglio ci si rende conto che appena il 2% delle persone segue attentamente, ed alla lettera, i consigli che vengono forniti dai medici. Il 98%, al contrario, pur ammettendo di conoscere le regole per una perfetta alimentazione, preferisce, al momento pratico, ignorare i consigli. Le conseguenze dei nostri cattivi usi alimentari è testimoniato dalla stessa indagine: il 47% delle persone intervistate (per lo più uomini) ha spiegato di avere atteggiamenti decisamente sconsigliabili. Fumano, consumano grandi quantità di superalcolici e, di conseguenza, hanno meno capacità di sopportare situazioni di stress. Il 42% (e, in questo caso, le donne sono in maggioranza) hanno confessato di avere un atteggiamento abbastanza salutista, salvo concedersi qualche piccola deroga: poche sigarette, bevono più acqua che alcool, e, quindi, sanno gestire meglio i momenti di difficoltà.

"L'errore più grave che uno sportivo, dilettante o professionista, può commettere, è quello di associare l'Allenamento a diete ferree: il peso ideale non è una chimera"

Come mangiamo

In Italia gli alimenti più consumati sono il pane, la pasta ed il riso (preferiti dagli uomini); le signore prediligono frutta e verdura, latte e yogurt. Resta alto il consumo di carni, bianche e rosse, formaggi e dolci. A dare retta a questo studio, un italiano, in media, svolge attività fisica almeno per trenta minuti per tre volte alla settimana, con una buona intensità. La pratica sportiva, inoltre, non è legata alla età: sono sempre di più gli italiani che hanno superato gli "anta" che decidono di praticare attività sportiva con regolarità anche maggiore rispetto a quella pratica da giovane.

L'attendibilità dei risultati di questa indagine possiamo controllarla noi stessi, andando un po' in giro per ristoranti la sera. Rispetto a qualche anno fa sono sicuramente meno frequenti i casi di tavolate interminabili e di portate sempre ipercaloriche. Al contrario si sta diffondendo, anche se come moda, l'abitudine di scegliere ristoranti particolari: magari biologici o particolarmente ipocalorici, come quelli tradizionali giapponesi.

Il peso forma

In realtà, però, gli italiani scelgono la propria alimentazione basandosi molto sull'istinto e sulle proprie conoscenze. In realtà in pochi conoscono il proprio esatto "peso forma" che deve rappresentare un equilibrio preciso tra la massa muscolare ed una bassa percentuale di grasso corporeo. è un dato che varia da persona a persona e che solo una ricerca medica meticolosa può definire. Di sicuro, però, il "peso forma" garantisce buone prestazioni sportive, a tutte le età, e benessere psichico. Solo uno specialista, attraverso opportune valutazioni, potrà indicare con assoluta precisione la esatta analisi del corpo di ciascuno: si deve calcolare il peso, l'altezza, lo spessore delle ossa, la percentuale di grasso sottocutaneo. Si deve poi stabilire anche l'esatta percentuale di idratazione corporea. Diffidate, quindi, delle tabelle sintetiche e generiche che vengono, di tanto in tanto, diffuse.Per chi non volesse sottoporsi ad analisi così meticolose e complesse, ci si può attenere, però a principi di alimentazione sicuramente corretti. Per non commettere gravi errori nella propria alimentazione, ci si può attenere a queste regole semplici: deve esserci equilibrio tra carboidrati, proteine e lipidi.

Nel dettaglio: alimentiamoci con le percentuali

I nostri muscoli, come tutte le cellule viventi, consumano energia e richiedono quote elevatissime di ossigeno e di nutrienti. l'ATP (adenosintrifosfato) è il contenitore che trasporta energia la muscolo e deve essere continuamente rigenerato a partire dall'ossidazione del glucosio e degli acidi grassi. Un lavoro di intensità non troppo elevata e di durata medio - lunga utilizza l'ossidazione di tali molecole per la sua ricarica. Un lavoro di intensità elevata non utilizza esclusivamente i meccanismi ossidativi e genera come prodotto di scarto l'acido lattico.

Il tipo di carburante che i muscoli utilizzano varia proporzionalmente con l'intensità del lavoro effettuato, più il lavoro è lento più si utilizzano gli acidi grassi, più il lavoro è intenso più si ricorre al glucosio.

Esistono tre grandi gruppi di nutrienti alimentari: le proteine, i grassi e i carboidrati; ciascuno di noi dovrebbe assumere giornalmente in percentuale una quantità del 60% per quanto riguarda i carboidrati, del 25% di grassi e del 15% di proteine.

Ma la domanda più importante è: "cosa devo mangiare?".

Gli alimenti vengono divisi dai nutrizionisti in 7 gruppi e la regola d'oro per una corretta alimentazione è quella di mangiare giornalmente almeno un alimento di ogni gruppo. La quantità di calorie assunte giornalmente varia a seconda della costituzione, dell'età e del tipo di attività svolta. E' bene tenere presente che un qualsiasi regime dimagrante se eccessivamente ipocalorico induce il fisico a perdere oltre al grasso anche proteine muscolari, vitamine e sali minerali con con seguente diminuzione della forza e della resistenza. Il dimagrimento più sano si ottiene aumentando le spese energetiche con un maggiore lavoro fisico, ma attenzione, anche questo deve essere effettuato sotto controllo di un esperto del settore.

E per quanto riguarda il bere?

Esiste una grossa gamma di prodotti che combattono la disidratazione e la perdita di minerali in cui incorre uno sportivo. Bisogna calcolare che una perdita anche modesta (2-3%) di acqua da parte del nostro organismo provoca una sete intensa. Le bevande troppo ricche di zucchero o di sali restano nel nostro stomaco un tempo più lungo delle altre ritardando così l'assorbimento dell'acqua. La percentuale di zucchero deve essere inferiore al 10%; ricordate comunque che molte bibite hanno un contenuto energetico espresso in calorie. Le acque in bottiglia possono essere molto diverse, quelle più indicate nelle attività molto intense sono quelle bicarbonato alcaline terrose con prevalenza di calcio e magnesio, che compensano l'acidosi da accumulo di acido lattico. Per concludere possiamo affermare che un giusto equilibrio tra attività fisica individualizzata e dieta completa ma equilibrata, concorre a farci raggiungere il nostro peso ideale che al di là di qualsiasi tabella corrisponde, per ognuno di noi, ad un giusto rapporto tra muscolatura e tessuto adiposo. (Dr.ssa Francesca Grasso - Specialista in Medicina dello Sport).

Il giusto mix

I carboidrati devono costituire il 55‑60% dell'alimentazione quotidiana. I carboidrati non sono, però, tutti eguali. Ci sono quelli "semplici" (frutta e dolcificanti) che devono rappresentare non più del 10% del consumo quotidiano di questa categoria; il restante 90% deve essere costituito dei carboidrati "complessi" (pane, pasta e cereali). I nutrizionisti suggeriscono, se possibile, di usare carboidrati complessi integrali perché ricchi di fibre che hanno un ruolo importante contro il colesterolo "cattivo". Le proteine devono fornire circa il 25% dell'alimentazione giornaliera. I lipidi (olio e burro) non devono superare il 15‑20% del consumo quotidiano. Rappresentano un'importante riserva energetica. Escludere del tutto dalla propria dieta questi elementi è un errore.

Rispettare i parametri

Può capitare di non rispettare questi parametri, e, per uno sportivo, è bene sapere cosa accade. Il deposito delle proteine è predefinito e, quando si esagera nella assunzione di questo componente, il corpo ne smaltisce l'accesso come surplus.

La massa muscolare, tanto per essere chiari, non aumenta mangiando più proteine: l'eccesso del fabbisogno viene smaltito e l'apparato renale viene sottoposto ad un lavoro extra. Al contrario, invece, i depositi di zuccheri in eccesso si trasformano in grasso.Contrariamente a quanto si pensa, gli zuccheri, solo in determinate condizioni, forniscono un apporto di energia. Perché accada questo, ad esempio, occorre che vi sia una grande disponibilità di ossigeno, che il soggetto sia bene allenato e che l'attività sia moderata e di lunga durata. Tanto per usare concetti chiari: il maggiore apporto energetico viene erogato durante una corsa a piedi o in bicicletta, praticando sci di fondo o una maratona. Quindi chi vuole bruciare soprattutto grasso deve svolgere un'attività aerobica. Questi elementi fondamentali spiegano anche i motivi per cui abbinare forme rigide di diete che privino la nostra alimentazione di uno di questi componenti ed una attività sportiva serrata può provocare danni. Chi si avvicina agli "anta" deve seguire ulteriori accorgimenti. Oltre i 40 anni, infatti, il fabbisogno di calorie e proteine cala. In linea di massima di circa il 50% ogni dieci anni. Con l'aumentare dell'età sembra diminuire il fabbisogno di acqua, vitamine e sali minerali.



"Oltre i 40 anni il fabbisogno di calorie e proteine cala di circa il 50% ogni dieci anni".


A confronto: la dieta 40 - 30 - 30 o 60 - 25 - 15?

Le diverse percentuali di carboidrati, lipidi e proteine assunte nell'alimentazione possono modificare il nostro metabolismo. Sembra un punteggio tennistico, mentre invece sono dei rapporti percentuali molto importanti per rispettivi schemi nutrizionali che se applicati possono produrre nei singoli casi risultati più o meno importanti e favorevoli.

La dieta 40-30-30 è diventata di recente un regime alimentare molto popolare nel mondo dello sport e del fitness. Gli atleti che seguono questo programma ottengono il 40% delle loro calorie dai carboidrati, il 30% dai grassi e il 30% dalle proteine, contrariamente alla proporzione 60-25-15 raccomandata di solito dai nutrizionisti.

I sostenitori della dieta 40-30-30 affermano che ridurre l'assunzione dei carboidrati e aumentare quella delle proteine consente di bruciare più grassi. Per gli atleti, questo si tradurrebbe in un risparmio di proteine, effetto che può prolungare la resistenza. La teoria alla base della dieta 40-30-30 è che una minore assunzione di carboidrati, insieme ad una maggiore percentuale di proteine, aiuta a mantenere bassi i livelli di insulina nel sangue. L'insulina è un ormone prodotto dal pancreas, messo in circolo in risposta al consumo di carboidrati. Una delle sue funzioni principali consiste nel favorire il trasporto del glucosio dal sangue verso il fegato e nei muscoli, dove viene immagazzinato sotto forma di glicogeno (una lunga catena di molecole di glucosio), che rappresenta la fonte di energia di riserva a pronta disponibilità, carburante naturale ed essenziale per determinare il lavoro muscolare, oltre ovviamente a quello fondamentale di mantenere costanti i nostri livelli glicemici quotidiani. Le riserve di glicogeno quindi rappresentano la vera riserva strategica energetica del nostro corpo.

Data l'importanza dell'insulina per la produzione e l'immagazzinamento del glicogeno, vi chiederete quali mai possano essere i vantaggi di un basso livello di insulina nel sangue? Anche se l'insulina è essenziale per la conversione dei carboidrati, è stato dimostrato però che inibisce il metabolismo dei grassi limitandone l'utilizzazione ed il consumo. Quindi, secondo i sostenitori della dieta 40-30-30, abbassare i livelli di insulina nel sangue consente al corpo di bruciare più efficacemente i grassi.

Inoltre, mentre un pasto ricco di carboidrati e povero di grassi stimola la produzione di insulina, una maggiore percentuale di proteine stimola il glucagone, un ormone sempre prodotto dal pancreas che ha l'effetto opposto a quelle dell'insulina: ossia consente al corpo di bruciare grassi. Quindi in teoria, un atleta che voglia utilizzare più grassi come carburante durante l'esercizio fisico, dovrebbe mangiare meno carboidrati e più proteine e grassi.

Molti ricercatori nel campo dell'alimentazione sportiva, tuttavia la pensano diversamente. Il fatto è che un pasto moderato, con un apporto calorico che derivi per il 60% dai carboidrati, il 25% dai grassi e il 15% dalle proteine, produce una quantità moderata di insulina. Il ruolo primario dell'insulina è quello di metabolizzare i carboidrati, non quello di immagazzinare il grasso. Perciò, dato che con un pasto ricco di carboidrati l'insulina è impegnata a svolgere il suo lavoro principale, la sua concentrazione si riduce ben presto, a condizione che non coesistano patologie legate al metabolismo stesso dell'insulina. Anche l'affermazione secondo cui la dieta 40-30-30 aiuta gli atleti a consumare grasso corporeo non è validamente provata. E comunque non dipende dal fatto che la 40-30-30 mantiene bassi i livelli di insulina nel sangue. è molto più probabile che coloro che perdono grasso corporeo lo fanno perché beneficiano del conto delle calorie per restare nel limite raccomandato delle 2000/die. Un atleta che segue la dieta 40-30-30 finisce con il mangiare di meno semplicemente perché sta più attento a contare le calorie e a regolare il consumo di cibo.

In conclusione, la maggior parte dei ricercatori, dei nutrizionisti e dei fisiologi sportivi restano della convinzione che la dieta ottimale per un atleta consiste nel rapporto percentuale di 60-25-15 tra carboidrati, grassi e proteine. Questa raccomandazione si basa su ricerche provate e convincenti. Gli esperti consigliano anche un'integrazione di carboidrati prima, durante l'esercizio per migliorare la resistenza, e di consumare carboidrati dopo l'esercizio per ricostituire le riserve di glicogeno, oltre al necessario ripristino dell'equilibrio idrico ed elettrolitico del corpo.

Nel meccanismo fondamentale del recupero da uno stress fisico, occorre tenere presente che le cellule muscolari mantengono alta la sensibilità all'azione dell'insulina per le due ore immediatamente successive all'esercizio fisico. Quindi con una buona disponibilità di carboidrati e concomitanti alti livelli di insulina che si dovrebbero determinare dopo l'esercizio, la velocità di trasporto e di ingresso dentro le fibre muscolati risulterebbe aumentata, con una favorita spinta alla produzione di glicogeno, essenziale per mantenere efficienti anche i processi riparativi che devono mettersi in atto dopo aver praticato un esercizio fisico più o meno intenso. (Dr.ssa Francesca Grasso - Specialista in Medicina dello Sport).



"Una corretta quantità di acqua si aggira tra gli otto e i dieci bicchieri al giorno".

Alcune donne evitano di assumere liquidi per non sentirsi gonfie. Nulla di più sbagliato. Una corretta quantità di acqua si aggira tra gli otto e i dieci bicchieri al giorno. Per non sbagliare, con il crescere dell'età bisognerebbe anche aumentare il consumo di quelle sostanze che contengono ferro. Legumi, ad esempio, o radicchio, spinaci, uova, tonno in scatola e carne. Provate un attimo a confrontare questi concetti di base con l'alimentazione quotidiana cui vi sottoponete ogni giorno. Soprattutto se praticate un'attività sportiva.



Abitudini dannose

Spesso si commette l'errore di accontentarsi, all'ora di pranzo, di un panino mangiato oltretutto di corsa, magari con una bevanda zuccherina e gasata. Per tutta la giornata poi si soffre la fame, e la sera ci si scatena a tavola con la conseguente sonnolenza che, spesso, ci assale subito dopo. In più ci sono le insidie stagionali. In questo periodo dell'anno è possibile praticare attività sportiva anche la sera. Ciò comporta anche conseguenti cambiamenti nelle abitudini alimentari: alzi il dito chi non è andato a mangiare la classica pizza dopo una partita di calcetto e poi è andato subito a dormire senza aver favorito la digestione. Oppure chi è andato a cena presto per poi disputare, con la luce artificiale, una bella partita di tennis. In questo quadro generale è difficile conciliare una dieta dimagrante rigida con una buona attività sportiva, perché l'una o l'altra saranno fatte male. Spesso, per esigenze estetiche, ci si sottopone a diete che promettono risultati strabilianti e miracolosi. Si ricorre a queste soluzioni soprattutto quando ci si accorge, in prossimità dell'estate e dello spauracchio del costume, con colpevole ritardo.

Dimagrimento errato

Spesso, con un digiuno o una dieta ipocalorica prolungata, si ottengono risultati estetici decisamente sconsigliabili.

Un'eccessiva e repentina perdita di "massa magra" possono conferire il classico aspetto "sciupato", che nasconde tutte le deficienze del nostro sistema alimentare.

Se si vuole proprio affiancare alla attività fisica una dieta, allora bisogna ricorrere a regimi alimentari non troppo limitativo. E sempre, assolutamente sempre, sotto un attento controllo specialistico.


Autore: Fausto Spagnoli