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mercoledì 22 settembre 2010

La difesa secondo Marcio Brancher

I consigli del fenomeno che ha vinto tutto con i club e con la sua nazionale brasiliana, che nel 1996 lo ha visto salire sul gradino più alto del mondo. Difensore di mestiere, fenomeno dentro e fuori del campo.

(tratto da http://www.arzignano-grifo.com/)

Dopo il ruolo del portiere, di fondamentale importanza nel calcio a 5 c'è quello del difensore, anche se a differenza dal calcio nel futsal si attacca e si difende tutti. Però l'eccezione alla regola c'è dappertutto, e nel mondo del futsal c'è un personaggio con la P maiuscola che da vent'anni gioca, convince e vince. Stiamo parlando di Marcio Brancher, 38 anni difensore dell'Arzignano Grifo. Dopo una lunga carriera in Brasile dove ha vinto praticamente tutto compreso un titolo mondiale con la nazionale verdeoro, la scelta di provare il campionato italiano. Amore a prima vista con la conquista di scudetto e supercoppa in un solo anno. Marcio, non è solo un grande all'interno del rettangolo di gioco, ma è anche molto disponibile anche fuori soprattutto coi più giovani, a cui dispensa consigli e tattiche per i campioni del futuro. Con lui cercheremo di capire i segreti della difesa

Marcio, partiamo subito dalla scivolata: gioco pericoloso o normalità nel gioco del calcio a 5?
"Ci sono due tipi di scivolata. La prima è quella che viene fatta sulla traiettoria del pallone, per impedire che questo entri in rete o sia pericoloso. Nell'altro caso invece quella che viene fatta sul portatore di palla o su chi sta per calciare in porta. Qualche anno fa ad ogni scivolata gli arbitri fischiavano fallo, mentre oggi abbiamo diversi metri di valutazione".
È fallo o non è fallo?
"Nel secondo caso deve essere sempre fischiato fallo, anche perché si rischia di fare male al'avversario. Nel primo caso invece non c'è nulla di irregolare, io stesso durante una partita mi ritrovo a fare 15-20 scivolate. Sono convinto che se ci fossero meno scivolate ci sarebbero anche meno reti segnate, però questo è il lavoro di chi ricopre il mio ruolo".
Lei gioca ai massimi livelli, però in molte occasioni l'abbiamo vista assistere a gare dei campionat regionali. Come si comportano in questi casi i direttori di gara?
"Non c'è sempre uniformità tra i vari arbitri, a volte succede nei campionati nazionali che un arbitro fischia fallo mentre per l'altro è tutto regolare. È una situazione abbastanza particolare, per gli stessi arbitri a volte è difficile prendere una decisione in così poco tempo".
Passiamo al calcio d'angolo. Posizione da mantenere per chi deve difendere.
"Nella mia squadra di club nei calci d'angolo avversari difendiamo con una zona mista. Due che difendono a zona e due a uomo. Questo per cercare di recuperare palla e di ripartire velocemnte in contropiede, un'arma che nella passata stagione ci ha favoriti molte volte. Nel calcio d'angolo un giocatore deve mettersi inginocchiato sulla linea di fondo campo, a cinque metri di distanza. Questo rende più difficile all'avversario di calciare in mezzo all'area perché viene coperto lo spazio del primo palo e il portiere è più libero di posizionarsi nel mezzo dell'area".
Se ciò non accade?
"Il rischio di subire goal aumenta, se uno rimane in piedi sulla linea di fondo lascia spazio al pallone di passare a destra, sinistra e a volte anche sotto le gambe. Nel calcio d'angolo, chi batte deve essere costretto a giocare palla dove vuole la difesa. Così si evitano pericoli e insidie alla propria porta".
Regole rigide invece per quanto riguarda le rimesse laterali, sia per chi difende che per chi deve battere l'out.
"Il difensore appena la palla esce deve posizionarsi almeno a cinque metri di distanza dalla linea della rimessa, se ciò non accade l'arbitro lo può anche ammonire. Per quanto riguarda chi batte la rimessa, ci sono delle regole da rispettare per non rischiare che la rimessa venga invertita e concessa all'altra squadra".
Ci spieghi le regole.
"La rimessa deve essere battuta coi piedi entro quattro secondi con il pallone fermo sulla linea che delimita il campo. Attenzione anche ai piedi, se uno di essi varca questa linea la rimessa viene fatta ripetere".
Calci di punizione, la disposizione della barriera.
"Anche qui ci sono molti metodi di disporre la barriera, varia da squadra a squadra, l'importante è che ci sia la giusta sinergie tra difensori e il proprio portiere. Ormai in tutti i campi si vede una barriera a due uomini scalati. Ossia uno sta più avanzato a difendere il tiro e il tiratore, mentre quello più indietro difende il tiro l'altro attaccante. Non bisogna avere paura della potenza del tiro, basta un leggero movimento della barriera per subire goal. Noi ne sappiamo qualcosa dopo la trasferta di Genzano dove abbamo subito due reti su calci da fermo".
E se la punizione è molto vicina alla porta?
"Due uomini attaccati a cinque metri di distanza col portiere che fa da terzo uomo in barriera. E gli altri due giocatori posizionati sui pali che marcano gli attaccanti avversari".
Che tipo di difesa consiglia?
"Non c'è un tipo di difesa meglio di un'altra. A volte succede che si inizia in un modo e durante la gara a seconda dell'avversario si cambino startegie. Io consiglio una difesa a uomo quando ci si trova di fronte una squadra che gioca a ritmi lenti e ti permette di anticipare gli avversari. Mentre nel caso cisi ritrova di fronte una squadra veloce che sfrutta i lanci lunghi del portiere allora meglio difendere a zona. Non è da escludere la difesa a zona mista, con i due davanti che pressano alto il portiere e il portatore di palla a uomo, mentre nella zona di metà campo i due difensori che difendono a zona sugli altri tre avversari".

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