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lunedì 21 maggio 2012

Allenatore: Il controllo mentale della squadra

Iniziamo l'articolo di oggi con una citazione della dottoressa M.Gerin Birsa

"Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell'atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un ottimo risultato."


Una parte fondamentale è il controllo emotivo. Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nell’attività sportiva in quanto sono esse che aiutano a dirigere e controllare la propria attivazione fisiologica e mentale. Quando l’atleta inizia a sentirsi in uno stato d’ansia, sia a livello fisiologico che mentale si instaurano delle reazioni che a lungo andare danneggiano la prestazione sportiva.
Effettuare quindi un allenamento mentale è fondamentale per incrementare le proprie capacità di adattamento, per dirigere in modo corretto la propria attivazione psicofisiologica e per reagire ai problemi riscontrati in gara in maniera ottimale e con il giusto atteggiamento di risoluzione del problema.

RAGGIUNGERE LO STATO MENTALE IDEALE
Oltre all’attivazione fisiologica (arousal) è molto importante anche l’attivazione cerebrale (stato mentale) corretta, specifica per ogni contesto e situazione di gara.
Sono infatti differenti gli stati mentali a seconda che l’atleta debba concentrarsi su una singola azione oppure debba imbastire una certa strategia di gara. Nel primo caso avremmo diversi momenti: l’atleta inizialmente si deve isolare dagli elementi di distrazione come il pubblico, poi concentrare prevalentemente verso l’interno, controllare il proprio stato di attivazione fisiologica, valutare ciò che è necessario per mettere a segno il tiro,la parata ecc ecc e programmare gli schemi motori adeguati ed eseguire l'azione mantenendo sotto controllo tutti questi elementi.
Nel caso in cui invece l’atleta deve progettare una strategia per ottenere un certo risultato viene richiesta una gerarchia di compiti differente: saper essere flessibile (creare diverse strategie e scegliere la più adeguata alla situazione), gestire i propri livelli fisiologici e di stress, gestire altri componenti della squadra (se è un gioco di squadra), non farsi influenzare da quello che avviene al di fuori del campo di gioco.
Grazie al "Neurofeedback" si riesce infatti ad ottenere proprio questo, insegnando all’atleta ad utilizzare diversi stati mentali e a saper muoversi da uno stato mentale all’altro in breve tempo.

CONTROLLO EMOTIVO NELLE SITUAZIONI STRESSANTI
Una parte fondamentale è il controllo emotivo. Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nell’attività sportiva in quanto sono esse che aiutano a dirigere e controllare la propria attivazione fisiologica e mentale. Quando l’atleta inizia a sentirsi in uno stato d’ansia, sia a livello fisiologico che mentale si instaurano delle reazioni che a lungo andare danneggiano la prestazione sportiva. Nel periodo pre-gara (ma anche durante una gara) entra di scena il ruolo dell'allenatore. Nel pre-gara il mister dovrà caricare i suoi giocatori, far sentire tutti importanti e metterli nello stato mentale di essere consapevoli di  essere più forti dell'avversario. Nel periodo durante la gara dovrà essere bravo a non far entrare i giocatori i situazioni stressanti. Incitare i propri giocatori,spronarli,chiamare un timeout (o per rifiatare o per cambiare una strategia) sono solo alcune delle azioni da intraprendere per aiutare i propri giocatori. Nessuno meglio dell'allenatore conosce i propri giocatori.
Effettuare quindi un allenamento mentale è fondamentale per incrementare le proprie capacità di adattamento, per dirigere in modo corretto la propria attivazione psicofisiologica e per reagire ai problemi riscontrati in gara in maniera ottimale e con il giusto atteggiamento di risoluzione del problema.

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