Per facilitare l'organizzazione delle attività didattiche comprese tornei e competizioni, il Settore Giovanile suddivide, pianifica e regolamenta le attività mediante disposizioni che caratterizzano due grandi periodi di crescita del giovane giocatore: l'attività di base e l'attività agonistica.
Questi due periodi che complessivamente durano undici/dodici anni, devono permettere al bambino di maturare esperienze calcettistiche che, seppur partendo da percorsi pedagogici che inizialmente fanno maggior riferimento al gioco semplice e via via sempre più strutturato, col passare degli anni i programmi di insegnamento e allenamento devono orientarsi ad una formazione tecnica vera e propria, che lo mettano nel tempo in condizione di poter disputare la partita nel miglior modo possibile.
A tali premesse, risulta conseguente pensare che la bontà dei programmi didattici ed i processi di apprendimento che specificamente si verranno a favorire sono subordinati alle conoscenze e competenze dell'allenatore dei giovani. Cioè di una figura che risponde professionalmente a requisiti di:
1. Sapere relativamente a fenomeni di crescita e relative tappe di apprendimento giovanile
2. Saper fare cioè nell'essere in grado di dimostrare sul piano tecnico e rappresentare gesti, movimenti ed azioni anche sul piano verbale
3. Saper far fare che in pratica si realizza attraverso la scelta di esercizi che a loro volta fanno riferimento a metodi, sequenze e piani didattici, strumenti e mezzi di lavoro compresa la valutazione degli obbiettivi ricercati. In altre parole nell'esprimere le proprie competenze in termini operativi mettendo in atto proposte e contenuti dell'allenamento.
Essendo il calcio a 5 uno collettivo e di squadra dove la qualità delle azioni è subordinata alla qualità tecnica e alla pertinenza delle scelte operate durante il gioco, un progetto formativo del giovane giocatore non può che prescindere dal riservare una ampia attività diretta allo sviluppo delle abilità calcettistiche. Va tenuto conto però, in una certa misura, e fin dai primi anni di attività, del fatto che tali abilità si dovranno esprimere relativamente a situazioni di gioco variabili, e quindi adattarsi al contesto situativo con lo scopo di risolvere i vari quesiti tecnico-tattici posti da esse.
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